La Galerie Perrotin ospita due personali di Sophie Calle: “Parce que” e “Souris Calle”, ultima delle quindici mostre che l’artista francese ha organizzato a partire dal 2001 in una delle gallerie più conosciute al mondo.
In “Parce que” Sophie veicola il suo messaggio artistico attraverso una serie di fotografie celate da un tessuto con un testo ricamato che, una volta sollevato, rivela un’immagine che permette di dare senso al testo stesso. Calle ricama quindi il parce que, il motivo della foto, consentendo al visitatore di comprendere ciò che non è comunicato visivamente nell’immagine. La foto ligne blanche (una retta bianca su un manto di sassi che continua nella sponda del mare), del 2018, è ironicamente anticipata dalla frase Parce que la tentation de la suivre (Perché la tentazione di seguirla). Attraverso rimandi tra testo e fotografie, scelti espressamente per creare giochi di parole, l’artista si interroga sulle modalità impiegate dagli artisti per scegliere i propri soggetti e i luoghi dove ambientarli, così che il visitatore possa comprendere e condividere la scelta.
Sophie Calle, Deux projets: Parce que & Souris Calle, vista della mostra / ADAGP, Paris 2018. Courtesy Perrotin
Se nelle foto di “Parce que” Calle non si rappresenta, in “Souris Calle” è presente in quasi tutte le foto. Il gatto Souris, topino, è il protagonista delle immagini e di un insieme di musiche composte in suo onore in occasione della sua morte, avvenuta nel 2014. Le fotografie e i video restituiscono la quotidianità di Calle con il suo gatto, fedele compagno dal 1993. In uno dei testi associati alle immagini, Sophie si definisce come una donna che non ha mai voluto figli, desiderio comunque appagato attraverso l’acquisto di Souris (il contratto con l’allevatore è esposto con le firme di entrambi). L’intento della mostra è di condividere con il pubblico il dolore per la scomparsa di un essere caro e la celebrazione di un affetto perduto, a qualunque creatura esso sia rivolto. Per trasmettere il suo dolore Calle ha raccolto musiche inedite create da suoi amici artisti, francesi e non (tra questi Pharell Williams, Juliette Armanet, Bono, Fabrizio Moretti). Quaranta titoli dalle firme importanti, a testimonianza del successo e della mondanità della stessa artista.
La musica si può ascoltare sia individualmente in postazioni con cuffie sia in una sala in comune con gli altri spettatori attraverso degli altoparlanti; al muro sono esposti vinili (venduti all’uscita a 150 euro) su cui sono raffigurate le immagini del gatto vivo e morto. Sonoro e fotografie creano un’opera complessa dove Calle si mette in primo piano come donna (la scelta di non avere figli ma di aver comunque provato a ripetere l’esperienza della maternità con un gatto) e come artista (la rappresentazione del dolore e la mitizzazione della persona amata perduta).
Se l’ironia espressa attraverso i riferimenti tra il testo e la fotografia in “Parce que” è elegante e sottile, in “Souris Calle” il registro diventa spaesante e per alcuni aspetti torbido. La quotidianità con il gatto è rivelata attraverso supporti visivi e uditivi che permettono al visitatore un’immersione completa, lasciando il dubbio se si tratti di una semplice provocazione o un vero e proprio attaccamento morboso (“Souris è il nome da me più pronunciato in tutta la mia vita”).
Asia Ruffo di Calabria
Mostra visitata il 1 novembre
Dal 13 ottobre al 22 dicembre 2018
Sophie Calle “Parce que” e “Souris Calle”
Galerie Perrotin
76, rue de Turenne
75003 Parigi
Info: www.perrotin.com