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La più vasta esposizione consacrata all’arte messicana a partire dal 1953 é soprattutto una mostra dal grande valore didattico.
“Mexique 1900-1950”, attraverso le sue diverse sezioni, consente a ciascun visitatore, anche a chi non possiede nessuna conoscenza dell’arte messicana, di uscirne arricchito, potendone acquisire una visione ampia e generale.
Il sottotitolo della mostra, Diego Rivera, Frida Khalo, José Clemente Orozco e le avanguardie, appare riduttivo perché pone l’accento solo sugli artisti più conosciuti e benché queste personalità costituiscano il perno espressivo intorno al quale ruotano tutti gli altri movimenti il bello di questa mostra sta proprio nella sua completezza. L’esposizione, infatti, da spazio e voce anche alla produzione meno nota, quindi non solo alla pittura e alla scultura, ma anche all’architettura, all’urbanistica, al cinema e alla musica.
La scelta del Grand Palais é stata di concentrarsi sul cinquantennio che ha posto il Messico sotto i riflettori dell’arte internazionale, rivisitando l’opera delle personalità artistiche che ne hanno contribuito alla grandezza.
Durante quest’arco cronologico, fondamentale importanza, nella costruzione dell’identità culturale, ha rivestito la Rivoluzione Messicana (1910-1920), che in arte si espresse soprattutto attraverso il Muralismo interpretato dai “Tre Grandi” Diego Rivera (Guanajuato, 8 dicembre 1886 – Città del Messico, 24 novembre 1957), José Clemente Orozco (Ciudad Guzmán, 23 novembre 1883 – Città del Messico, 7 settembre 1949) e David Alfaro Siqueiros (Camargo, 29 dicembre 1896 – Cuernavaca, 6 gennaio 1974).
All’interno di quest’arte rivoluzionaria é presente la sezione dedicata alle ‘’donne forti’’, che incarnarono il cosiddetto ‘’protofemminismo’’ personificato, nell’immaginario collettivo, da Frida Kahlo (Coyoacán, 6 luglio 1907 – Coyoacán, 13 luglio 1954).
Tuttavia, il percorso espositivo inizia molto prima della Rivoluzione con quelli che furono gli antecedenti artistici del periodo preso in oggetto, a partire dalla Restaurazione della Repubblica, nel 1867, momento in cui il governo iniziò, appunto, a servirsi dell’arte per promuovere la nascita di una storia identitaria comune che potesse contribuire alla coesione nazionale.
Seguono poi le sale dedicate alle avanguardie artistiche messicane, nate dal soggiorno di artisti come Rivera, Zàrraga e Montenegro in Europa e in particolare in Francia. Tra i movimenti avanguardisti più importanti, e forse per troppo tempo adombrati dall’estetica dei “Tre Grandi”, troviamo il Tridentismo, influenzato dal Futurismo italiano, dal Dadaismo e dall’Ultraismo.
Le ultime sezioni espositive sono dedicate, invece, alle ibridazioni artistiche, frutto del successo che i protagonisti dell’arte messicana ebbero all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, per finire poi con il Surrealismo messicano, generato questa volta dalla fuga degli artisti europei in Sudamerica per sfuggire alle persecuzioni politiche degli anni ’40.
“Mexique 1900 – 1950” si é rivelata una mostra, sotto il profilo divulgativo, davvero ben concepita e curata, anche dal punto di vista scenografico, attraverso l’utilizzo di luci e pannelli divisori che si armonizzano perfettamente con le opere creando un ambiente caldo e suggestivo.
L’unico neo della mostra é costituito, forse, dall’arco cronologico che essa ricopre perché, implicitamente, induce a pensare che, a partire dagli anni ’50, il Messico non abbia più avuto nulla da dire, mentre si é sicuri che la scena messicana contemporanea sia, oggi più che mai, altrettanto ricca di cose da raccontare.
Arianna Piccolo
mostra visitata il 5 gennaio
Dal 5 ottobre 2016 al 23 gennaio 2017
Mexique 1900-1950
3 Avenue du Général Eisenhower
75008 Parigi
Info: www.grandpalais.fr