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Con una media di circa seimila visitatori giornalieri la mostra “Magritte. La Traihison des images” é desinata a battere il record di ingressi di quella allestita, sempre al Centre Pompidou, nel 1979.
Le lunghissime file di attesa all’esterno dell’edificio, esposte al gelido inverno parigino, dimostrano una sola cosa: siamo tutti affamati consumatori di surrealismo.
All’interno della nostra epoca socialmassmediatica i capolavori esposti sono ancora più accessibili perché abbiamo appreso quanto sia semplice poterseli spiegare dicendo «é un’opera surrealista, quindi rappresenta il subconscio dell’artista».
È così tra un selfie davanti al Tradimento delle immagini e una foto di coppia con Gli amanti sullo sfondo, nel giro di una mezz’ora si é di nuovo fuori, carichi di immagini da postare, e di meraviglia.
All’interno é tutto uno slalom, tra “visitatori divoratori’” e il baccano dei bambini, sotto luci fredde come quelle che si trovano negli ospedali, seguendo un percorso espositivo che quasi ti porta a correre tra una sala e un’altra, per poi ritrovarsi nel bookshop.
Insomma, tutto farebbe presumere che si tratti dell’ennesima esposizione blockbuster dagli incassi da record.
Invece no, basta infatti iniziare a leggere l’apparato descrittivo che correda sale e opere per capire che stavolta, per capirci davvero qualcosa, bisogna approfondire con metodo e serietà ciò che si vede, e che non c’é nessun “subcoscio dell’artista” a cui aggrapparsi.
Poco importa se allora il 90% dei visitatori sia entrato per un selfie e si sia poi ritrovato all’interno della rilettura in chiave filosofica dell’intera opera di René Magritte (Lessines 1898, Bruxelles 1967).
Chi non vuole addentrarsi oltre la superficie pittorica del “Saboteur Tranquille” viene comunque istintivamente rapito dal suo distaccato stile pubblicitario, dalla nitidezza delle opere, dai colori freddi e da un tratto per così dire “infantile”, memore di un passato da pittore di carta da parati.
A Magritte non può essere accostato il surrealismo paranoide di Dali, né l’inquietante silenzio metafisico di De Chirico. L’opera del surrealista belga s’imprime nelle nostre menti attraverso un fare pittorico semplice, composto, garbato.
Questo è il suo modo di rendere non tanto la rappresentazione della realtà ma tutto il mistero che c’è dietro.
In esposizione vi sono un centinaio di quadri, disegni e documenti d’archivio provenienti da collezioni pubbliche e private. Filosofia e pittura, testi e immagini per mostrare al grande pubblico il reale significato dell’opera magrittiana, ovvero trasformare l’arte in uno strumento cognitivo al servizio del pensiero mediante la realizzazione di opere rigorose quanto delle formule matematiche.
Dalla prima sala, da cui parte la ricerca dell’artista e che ha per titolo Ritratto di Magritte come filosofo: dalla bellezza casuale ai “problemi”, si passa alla sala numero 2, Le parole e le immagini, in cui sono esposte le opere che mettono in causa la gerarchia stabilita dalla filosofia tra le parole e le immagini, la poesia e la pittura. La sala successiva é dedicata, invece, a L’invenzione della pittura in cui quest’ultima diviene appunto l’oggetto di un’interrogazione sulla capacità dell’arte di restituire il reale, mentre nella Sala 4, L’allegoria della Caverna, Magritte illustra la favola platonica isolando e ricomponendo gli elementi che la costituiscono.
Il percorso filosofico-espositivo si conclude poi nell’ultima stanza dal titolo Tende e Trompe l’œil dove sono esposte le opere che illustrano il motivo dell’illusionismo pittorico nell’opera magrittiana.
In definitiva, ci sono due modi di affrontare questa mostra, il primo é di ignorare i testi esplicativi decidendo di essere semplicemente sedotti dalla fredda, ordinata ed enigmatica compostezza delle rappresentazioni, il secondo é di tuffarsi nel percorso filosofico che le alimenta.
Quest’ultima scelta comporterebbe l’inizio di un interrogarsi senza limiti, risposte che darebbero vita ad altre innumerevoli domande, ma non é forse questo ciò che rende Magritte uno dei più grandi maestri dell’arte contemporanea?
Arianna Piccolo
mostra visitata il 29 dicembre
Dal 21 settembre 2016 al 23 gennaio 2017
René Magritte. La Trahison des images
Centre Pompidou, Parigi
Place Georges-Pompidou
75004 Paris
Info: www.centrepompidou.fr