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fino al 24.III.2007 Robert Heinecken Chicago, Museum of Modern Photography
around
Bellissimi corpi di donne. Pose ardite su pellicole in bianco e nero. Accanto ai negativi di vaschette di cibo. A dimostrare cinicamente come la pubblicità sia in grado di vendere qualunque cosa...
L’immedesimazione che si trasforma in finzione esaltando la potenzialità ingannatrice della fotografia, che “non è l’immagine di qualcosa bensì la sua rappresentazione oggettuale”. Decostruzione e sovversione del concetto di tradizione e modernità nell’arte, nella continua opposizione all’autorità e a tutto ciò che controlla, ordina, stabilisce. Questa l’affermazione di Robert Heinecken (Denver, 1931 – 2006), artista formatosi nel filone del Post-modernismo, commemorato in una personale al Museum of Modern Photography del Columbia College di Chicago.
Acuto e coraggioso dissacratore della società moderna, Heinecken è stato uno dei primi ad individuare la forza manipolatrice e perversa che la ripresa filmica e fotografica produce su di noi e sulla collettività in genere. Con il suo lavoro ha tentato di risvegliare le menti sopite di chi guarda i messaggi lanciati dai media e dalla pubblicità, assorbendone acriticamente i significati. Sotto i nostri occhi corrono migliaia di immagini che imbrigliano i pensieri in pacchetti preconfezionati di idee e informazioni. Le sue immagini destano dal torpore nell’istante in cui si colgono gli aspetti chiave del suo lavoro: manipolazione, appropriazione, ripetizione e serialità, espressi tramite effetti grafici, collage filmici e fotogrammi riprodotti. I temi spaziano dalla sessualità alla politica, da un sereno intimismo delicatamente provocatorio all’ironia sfacciata ed esplicita di un nudo di donna pornograficamente esposto. Del resto Heinecken credeva fermamente (e come dargli torto) che l’uso e l’abuso del sesso nella pubblicità non costituisca un passaggio sfumato e graduale dalla moda al porno, bensì un vero e proprio continuum. Heinecken si è interessato infat ti alle strategie di immagine adottate dal porno e usate dall’industria fashion nel processo di attrazione del pubblico e conseguente vendita dei prodotti. Affascinato dalla controversa strumentalizzazione del corpo femminile, esposto in pose ardite e provocatorie dalle riviste femminili che ne acuiscono così il senso di sfruttamento e di oggettualità. Da qui nasce la serie Trasparence in cui il nudo e il porno, il cinismo e l’intimità, si fondono in una sapiente ed efficace strategia di vendita e propaganda. Accanto compaiono le foto e i ritagli di magazine riportanti descrizioni e spiegazioni relative alle Lessons in Posing Subject, in cui vengono accuratamente spiegati gli effetti dell’esposizione in pose studiate delle parti del corpo nelle pubblicità di lingerie. Come hand and hand, facial expression, both hands on hips. Quelle pose attraenti, che attirano la nostra attenzione, si trasformano in freddi studi tecnici rivolti a collocare pezzi corporei in determinate posture con l’unico scopo di carpire lo sguardo, deviarlo, circuirlo e condurlo al desiderio sfrenato dell’oggetto: una lingerie come un nudo.
Dopo l’ostracismo vissuto nell’era del politically correct tra gli anni Ottanta e Novanta, Heinecken si è rivelato come illuminante veggente delle odierne strategie pubblicitarie, che hanno via via abolito il sottile confine tra sensualità e pornografia. La fotografia non è altro che “la consunzione e la rovina presenti nella società moderna”, emblematicamente rappresentate in questa mostra dai corpi di donna accanto a vaschette di cibo. Stesso supporto mediatico, stessa oggettualità. La pellicola patinata propone, nascondendole, le curve di donna e le ombre di un pomodoro. Entrambi oggetti di uso e consumo, destinati alla consunzione.
maria teresa bonfatti sabbioni
mostra visitata il 10 febbraio 2007
Robert Heinecken 1932-2006 – Sex and food, a memorial exhibition
Fino al 24 marzo 2007 – mocp, museum of modern photography, columbia college, 600 s. Michigan ave – chicago, il 60605 general information: 312.663.5554 – mocp@colum.edu – http://mocp.org
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