L’atterraggio nel 1987 di Mathias Rust, studente e pilota berlinese, sulla Piazza Rossa di Mosca apre la mostra
Post-it City: città occasionali e costituisce un esempio emblematico di una delle idee alla radice del progetto. Sullo scenario della città, infatti, accade più che qualcosa di imprevisto. Perché l’intento del giovane di trasmettere un messaggio di unificazione negli ultimi anni della Guerra Fredda si trasforma in un evento che rompe i codici prestabiliti e apre alla possibilità di pensare lo spazio pubblico come a un luogo dove appaiono e scompaiono nuove forme di partecipazione.
La mostra fa parte di un progetto più ampio di investigazione dei modi di occupazione spontanea della città. In questa prima edizione sono presentati 78 casi che riguardano venti città, fra le quali Tel Aviv, Hanoi, Santiago del Cile, Milano, Berlino, Londra e la stessa Barcellona.
Post-it City è una mostra organizzata come un archivio di vari casi studio caratterizzati da fonti e processi di lavoro distinti. Gli interlocutori hanno diversi profili, sono collettivi organizzati, nuclei universitari, centri d’arte, ricercatori individuali;
di conseguenza, anche i metodi di approccio e lettura dei diversi temi studiati sono individuali e distinti, andando dal reportage fotografico al video-documentario, all’intervista.
Il termine
Post-it City, coniato da La Varra, descrive un tipo di spazio alternativo allo spazio pubblico tradizionale e ufficializzato. Si tratta di spazi informali dove si sviluppano le attività più differenti: vendite ambulanti, rave o perfino “botellonas” (il costume spagnolo del cocktail fai da te, preparato e consumato in strada). La post-it city è uno spazio funzionale e urbano dove i cittadini sviluppano modi di relazione particolari e non convenzionali, che rispondono principalmente alle categorie del dissenso e della resistenza.
La post-it city è uno spazio residuale, un luogo dimenticato dai processi di pianificazione urbana, e si trova ai margini delle principali vie di comunicazioni della città. È uno spazio temporale dove le attività si mostrano solo in determinate ore del giorno e della notte, mentre durante il resto del tempo non vi sono tracce del loro passaggio. È uno spazio non codificato dov’è possibile ogni tipo d’incontro, scambio o comportamento, che sia di carattere commerciale, politico, ludico o di qualsiasi altra natura.
Le varie investigazioni mettono in evidenza le necessità e le carenze di determinati gruppi di cittadini che riscattano il valore d’uso dello spazio pubblico in contrapposizione agli spazi pubblici contemporanei europei, sempre più formalizzati e sofisticati e sempre meno spontanei e reali.
La mostra è ovviamente itinerante; le prossime tappe saranno Los Angeles, Berlino, Bangkok e New York.