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Fino al 26.I.2015 | Alberto Giacometti. Pionere del modernismo | Leopold Museum, Vienna

di - 23 Gennaio 2015
Più della pittura e oltre alla scultura. Lì, c’è “l’Umano” che insegue Alberto Giacometti (1901 – 1966)  e che caratterizza la sua opera, l’uomo nella sua figura ed espressione, da cogliere nel vero, nella carne viva, nell’essenza dell’individuo. Nascevano così, quelle figure filiformi che lo rendono oggi inconfondibile. Celebrandolo come scultore più importante del ventesimo secolo – di certo tra i più famosi – al punto da far battere il suo Homme qui marche, nel 2010, alla somma astronomica di 74 milioni di euro da Sotheby, a Londra; il prezzo più alto mai pagato per una scultura. Ma Giacometti è anche molto di più della sua scultura. E la mostra “Alberto Giacometti. Pionere del modernismo” proposta dal Leopold Museum di Vienna, in collaborazione con il Kunsthaus e la Fondazione Alberto Giacometti di Zurigo, ne rende al meglio la personalità. Un artista completo, a tutto tondo. Lavoratore instancabile, in continua evoluzione, ma che deve comunque fare i conti, in piena maturità, con una vera crisi creativa. Prima di arrivare a quelle figurine ieratiche tanto care ai posteri, si è dovuto rapportare con le varie lezioni dell’avanguardia novecentesca che ne hanno completato la sua già ampia formazione.
In mostra a Vienna ci sono sculture, dipinti e disegni di Giacometti nelle diverse fasi ed espressioni creative: dal primo periodo cubista a quello fortemente surrealista, fino all’esplosione, attorno al ’40, delle sculture umanoidi ritenute oggi tra le creazioni più importanti di arte modernista.
‹‹Una mostra di Giacometti è un popolo››, sosteneva l’amico illustre, Jean-Paul Sartre. E quel popolo è lì, al Leopold. Un insieme di figure umane che “camminano”, si incrociano, “irrimediabilmente sole, eppure sono insieme”, scriveva il filosofo, che più di ogni altro intuisce il ruolo che hanno in lui le distanze. Aspetto quanto mai centrale nelle creazioni di Giacometti, in pittura prima che nella scultura. Quelle distanze, tuttavia (ma forse non a caso), che mancavano nel suo atelier di Montemarte, a Parigi, dove concentrava la propria creatività in appena 18 metri quadri, per molto tempo anche senza acqua. Una tana angusta e polverosa che sapeva contrapporsi alla mise sempre impeccabile. Un contrasto che ha saputo affascinare i più grandi maestri dalla fotografia che hanno visto in lui un soggetto ideale per i loro scatti. Da Henry Cartier-Bresson a René Burri, Gordon Parks, e tanti altri, i cui scatti vengono offerti al pubblico insieme agli aneddoti che hanno accompagnato quei momenti. L’esposizione comprende oltre 150 opere ed è integrata con quelle di altri artisti suoi amici e contemporanei: da Francis Bacon a Jackson Pollock, da Joan Mirò a Renè Magritte o Max Ernst. Per una immersione completa nella dimensione giacomettiana. Quasi ad annullare quella ulteriore distanza che certo avrebbe combattuto lui stesso, tra il pubblico di oggi e l’artista di sempre.
Alessio Crisantemi
Mostra visitata il 2 gennaio 2015
Dal 7 ottobre 2014 al 26 gennaio 2015
Alberto Giacometti. Pionere del modernismo
Leopold Museum, Vienna
Info: www.leopoldmuseum.org
@https://www.twitter.com/AleCrisantemi

Nato nel 1980, è appassionato di arte, con particolare propensione per quella figurativa, collabora con Exibart dal 2008. Nonostante la formazione self-taught nel campo dell'arte, si è affermato nel tempo come esperto di pittura, partecipando alla giuria di numerosi concorsi e collaborando come corrispondente di arte e cultura per varie testate. Tra i vari incarichi per Exibart, cura oggi la rubrica Case ad Arte dedicata alle dimore degli artisti in Italia e all'estero.

Visualizza commenti

  • Ho visto la mostra dedicata a Giacometti a Milano la scorsa settimana. Le sue opere meritano sempre di essere ammirate. Leggendo questa recensione però sembra proprio che la mostra di vienna sia più completa e meno "commerciale" come sembra essere quella dello Gnam

  • Giacometti numero uno. Le sue opere hanno una potenza inebriante, coinvolgente..

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