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fino al 27.I.2008 | Tipografía en el Arte y Arte en la Tipografía | Madrid, Biblioteca Nacional de España

di - 23 Gennaio 2008
Aprite un libro, scrivete una mail, alzate gli occhi su un cartellone pubblicitario, semplicemente continuate a leggere questo testo: cosa vedete? La risposta che qui c’interessa è: caratteri tipografici. Onnipresenti e inavvertiti, diffusissimi e molteplici (si stima che, a oggi, ne esistano almeno 50mila tipi diversi), combinano in sé tecnica e arte con discreta autorevolezza.
La mostra presso la Biblioteca Nacional di Madrid rappresenta dunque un tentativo encomiabile d’illuminare i molteplici rapporti intercorrenti fra arte e tipografia. L’impianto espositivo, va detto, è di carattere didattico, retto dall’accostamento di preziosi libri antichi con riproduzioni fotografiche di pittura e grafica del Novecento -da Balla a Basquiat– in cui i caratteri si ritrovano ora al centro dell’opera (vedi le amorosità pop di Robert Indiana o il celebre dollaro di Andy Warhol), ora fra le sue trame: esemplificativa, a questo proposito, è l’interazione fra tratto e segno tipica di Paul Klee.
A causa della natura per così dire divulgativa della rassegna, la più complessa questione della natura di per sé artistica della creazione di caratteri tipografici resta purtroppo sullo sfondo. Del resto, viene da annotare, neppure la sontuosa esposizione in corso al Mart, La parola nell’arte, sembra essersi presa maggior cura al riguardo, riconoscendo agli elementi tipografici presenti nei lavori in mostra una mera funzione di lettering, senza tener conto di quanto esteticamente condizionante -tanto più in fenomeni anche letterari come dada o il futurismo- possa esser stato il disegno dei caratteri impiegati.
La straordinaria creatività e sensibilità artistica propria di tanti disegnatori rimane così dai più inavvertita. Sia allora consentito ricordare almeno l’opera di Stanley Morison (autore dell’ubiquo Times New Roman), Peter Behrens (a buon titolo, primo industrial designer della storia) o Hermann Zapf, cui si devono alcuni dei caratteri più riusciti di ogni tempo (il Palatino, l’Optima, fino al più recente Zapfino), oltre a un lavoro assai fecondo di applicazione dell’elettronica alla tipografia. Quanto all’Italia, la produzione meglio rappresentata nella mostra spagnola è la classica, espressa nei libri stampati con i caratteri di Aldo Manuzio e Gianbattista Bodoni (ma spiace l’esclusione di un grande del Novecento come Giovanni Mardersteig).
Ci rendiamo conto che una simile carrellata di nomi può lasciare il tempo che trova. Essa, nondimeno, vuole solo servire da spunto per avvicinare chi legge a tali nomi, indotto a contemplare più da presso la bellezza sviluppata nelle minute misure e forme di quella “scrittura idealizzata” che è la tipografia. L’arte, per ricorrere a una felice espressione di Robert Bringhurst, “di fornire il linguaggio umano di una sua forma visiva durevole, e dunque di una esistenza indipendente”.

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luca arnaudo
mostra visitata il 18 dicembre 2007


dal 27 novembre 2007 al 27 gennaio 2008
Tipografía en el Arte y Arte en la Tipografía
Biblioteca Nacional de España
Paseo Recoletos, 20/22 – 28071 Madrid
Orario: da martedì a sabato ore 10-21; domenica ore 10-14
Ingresso libero
Info: +34 915807894; www.bne.es

[exibart]

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