In Svizzera, l’unica Istituzione museale dedicata all’arte e alle culture antiche dal IV millennio a.C. al VII sec. d.C. si trova di fronte al Kunstmuseum a Basilea, città che conta una quarantina di musei: una delle più alte concentrazioni al mondo. La singolarità dell’Antikenmuseum, fondato nel 1961 con la collezione Ludwig, sta nella sua capacità di porsi come anticipatore del presente cogliendo gli input che provengono dal modo antico e attualizzandoli salvaguardando e difendendo la cultura di sempre.
È il caso dell’attuale esposizione temporanea “Nudo! L’arte della nudità” da sperare che venga riproposta altrove per il suo porsi in modo razionale, intelligente e stimolante contro passate chiusure e recenti atteggiamenti di censura nel mondo dell’arte derivati dal #metoo (movimento neofemminista nato nell’ottobre 2017 e rivolto a denunciare molestie, violenze e abusi contro le donne in particolare sul luogo di lavoro e i bambini) in conseguenza del quale alcuni musei hanno ritirato o celato volontariamente e per eccesso di zelo capolavori con donne nude o coperto pro tempore parti di statue nude considerate vergognose da alcuni personaggi e come tali indegne.
Tale mostra non è una polemica contro il movimento e i suoi pro e contro né lo vuole minimizzare, ma è una testimonianza culturale sul nudo nella storia dell’arte e sui suoi significati anche per non cadere nell’eccesso opposto.
Il nudo è condizione originaria dell’uomo e di qualunque essere vivente e come tale ab antiquo onnipresente e comune a tutte le culture e in particolare nell’arte del periodo greco e in quella recente in cui è divenuto prevalente. Non bisogna dimenticare che anche i Latini ritenevano la nudità naturale e rappresentabile tanto da affermare che dal punto di vista erotico la nudità in sé è senza malizia, mentre il semivestito presenta una forte carica di sensualità. Il Cristianesimo non ha certo contribuito all’esaltazione della nudità e nei suoi corsi e ricorsi storici si è anche avvalso di ‘coperture’ dettate da pruderie.
La nudità, dunque, è antica quanto l’uomo come concordano quasi tutte le culture (tra le eccezioni quella islamica per la quale è un tabù) e nell’Antikenmuseum è il motivo iconografico più presente. Le opere più antiche provenienti dal Medio Oriente rappresentano dee della natura e della fertilità dotate di seni, ventri, bacini e apparati femminili sovradimensionati.
Nella Grecia arcaica e classica, però, domina il nudo maschile che ben proporzionato diviene simbolo dell’uomo civile e del dio eroico mentre quello femminile avendo una maggiore carica sensuale è meno presente salvo che nelle rappresentazioni erotiche destinate alla sfera privata.
In Egitto, nel vicino Oriente, in Grecia e a Roma schiavi, poveri, prigionieri e nemici essendo ai margini della società sono rappresentati nudi a esprimere impotenza, vulnerabilità e umiliazione.
Il nudo, quindi, oscilla tra vulnerabilità e invulnerabilità per motivi religiosi, sociopolitici a seconda del contesto e dell’epoca.
Divisa in sei sezioni, l’icastica esposizione è introdotta da una sala con la statua dell’Afrodite di Cnido, simbolo dell’argomento trattato: si tratta di una copia romana del più antico nudo integrale femminile della scultura monumentale greca che Prassitele, rompendo con la tradizione, circa nel 340 a.C. pone in un tempietto circolare in modo che sia vista da ogni parte creando all’epoca un grande scandalo ben presto trasformatosi in attrazione turistica. Nella sala, la dea dell’amore è illuminata a tratti con luci colorate per renderla più viva e per ricordare che nell’antichità la statuaria era colorata rendendo ancora più veritiere le nudità (il bianco del marmo, infatti, tende all’astrazione) alternate provocatoriamente con strisce scure su seni e pube.
Ed eccoci nella grande sala con gli oggetti scelti e radunati anche in vetrine secondo sei temi conduttori: 1) Fertile! nudità rituale, 2) Innocente! nudità naturale dei bimbi e delle vittime, 3) Barbaro! nudità primitiva, 4) Civilizzato! nudità ideale (non dimentichiamoci che dalla fine dell’8° secolo a.C. gli atleti greci praticano lo sport nudi per essere liberi nei movimenti senza offendere gli spettatori visto che le donne ne sono escluse) 5) Legittimato! nudità legata a un’azione, 6) Senza vergogna! nudità sessuale. Intorno, statue della collezione permanente difficilmente amovibili divengono quasi spettatori curiosi.
Una carrellata di piccole e grandi meraviglie che fanno riflettere su come prima di esprimersi attraverso pregiudizi o frasi costruite da altri sia necessario documentarsi sul passato per costruire un futuro senza false problematiche, preconcetti e ‘paraocchi’.
Wanda Castelnuovo
mostra visitata il 6 aprile 2019
Dal 26 ottobre 2018 al 28 aprile 2019
Antikenmuseum Basel
Via St. Alban-Graben 5
Basilea/CH
Orari: martedì, mercoledì, sabato e domenica 11-17, giovedì e venerdì 11-22
Info: 0041 61 201 12 12, www.antikenmuseumbasel.ch