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fino al 28.IX.2003 | Future_Cinema | Helsinki, Kiasma Museum

di - 4 Settembre 2003

L’avveniristico spazio di arte contemporanea di Helsinki, il Kiasma, accoglie un vero e proprio laboratorio sul tema di fare e fruire cinema all’alba dell’era digitale. I vasti spazi degli ultimi piani, oscurati come un set cinematografico, introducono a un dietro le quinte ma con una nuova idea di spazio e narrazione rispetto al cinema tradizionale.
Nel campo neutro tra cinema e realtà virtuale è il dome projection utilizzato da Luc Courchesne in The Visitor-Living by Numbers: si tratta di una cupola, regolabile in altezza, sensibile alle sollecitazioni vocali, dove lo spettatore vive situazioni sociali virtuali (ad esempio un pranzo in famiglia).
L’espansione digitale del cinema porta con sé soprattutto un nuovo modello di narrazione, che si esprime in strutture modulari flessibili; la storia lineare e sequenziale, quella del libro per intenderci, lascia il posto alla struttura variabile usata dai siti web o nei Cd-Rom. Un esempio è il Soft Cinema di Lev Manovich: una serie di storie brevi, girate con la telecamera portatile, vengono proiettate secondo una sequenza scelta dal computer, costituendo un esempio interessante di Film Jockey.
È evidente che le nuove tecniche utilizzate (il laserfilm, la on-line configuration e il multi layered images) si evolvono in funzione degli uomini, e più precisamente, in funzione del singolo, perchè senza lo spettatore, questo cinema del futuro non esiste. La maggior parte delle installazioni sono pensate per un solo utente, una scelta forse dipendente dal mercato privato, ma che che si pone immediatamente in antitesi coll’esperienza collettiva del cinema tradizionale. Per questo risultano interessanti le esperienze multimediali condivise (shared multi user) che studiano i comportamenti sociali, come Alpha Wolf del Synthetic Characters Group del Mit di Boston in cui lo spettatore anima con un comando vocale il suo avatar tecnologico (una volpe nel bosco) e la dirige nella socializzazione con altri animali attraverso un comando vocale.
Più orientata verso la narrazione lirica Eija-Liisa Ahtila, l’unica finlandese del gruppo che presto potremo vedere a Bolzano nella sua prima personale italiana. In The House pensa una struttura ‘multi screen’ semplice ma efficace su tre schermi disposti attorno alla sala, che proiettano immagini di una donna che si ascolta parlando dei suoi ricordi. Il parlato accompagna però tre filmati diversi in simultanea e la storia acquista un valore nuovo se percepita nella coralità delle immagini.

Non tutte rose e fiori tuttavia. Risulta stancante, a volte, dover leggere il libretto di istruzioni per capire come interagire con il computer, o la lentezza di alcuni programmi. In alcuni casi, l’interazione con la macchina è fine a se stessa e il mezzo sembra trainante rispetto al messaggio. Ma questo laboratorio sperimentale ha in sé un enorme bagaglio per le strutture del pensiero di domani, come spiega Perttu Rastas, curatore del Kiasma: “le opere d’arte che guardano al futuro sono modelli del possibile”.
Recenti studi dicono che il mitico passato dei greci avrebbe origine in Scandinavia (Felice Vinci, Omero nel Baltico); certo è che qui, in Finlandia, il futuro dei media è già cominciato.

stella bottai
mostra vista il 29 agosto 2003


Future_Cinema – The Cinematic Imaginary after Film
28 giugno- 28 settembre
Kiasma Museum of Contemporary Art
Mannhereiminaukio 2, FIN 00100 Helsinki Finland
martedì 9-17; mercoledì-domenica 10-20.30; chiuso lunedì
Per informazioni e prenotazioni: tel. 00358 9 173 361 – fax 00358 9 1733 6503
Sito internet del museo www.kiasma.fi
Mostra prodotta da ZKM (Zentrum fur Kunst und Medientechnologie) , a cura di Peter Weibel, Jeffrey Shaw e Perttu Rastas.

[exibart]

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