Denso fumo sale dal seminterrato di un palazzo al centro di Londra, avvolgendo lo spazio e gli spettatori, mentre un uomo avvolto in un telo bianco si trascina lentamente sul marciapiede. Procede all’indietro verso la nube e scompare nel fumo che lentamente svanisce, lasciando il vuoto intorno. È
Smoke without fire (1972), una performance di
Anthony McCall (St. Paul’s Cray, 1946; vive a New York) di cui oggi non rimane altro che una foto fissata alla parete della galleria.
Parlare di questo lavoro è come parlare dell’artista, perché sono presenti molti elementi che si ritrovano spesso nelle sue opere. La combustione e la scomparsa collocano i lavori di McCall a metà strada fra il materico e l’immateriale, tra visione e realtà. L’“inversione” dei rapporti spazio-temporali è un’altra costante che l’artista utilizza nello sperimentare e decostruire il mezzo cinematografico: sovente nei suoi film lo spettatore è portato a dare le spalle a ciò che abitualmente è lo schermo, per guardare attraverso il videoproiettore, verso la luce.
In occasione della retrospettiva alla Serpentine, sono presentati alcuni lavori degli anni ’70, periodo a cui risalgono i suoi film più noti, insieme a video, progetti e disegni su carta realizzati dal 2000 a oggi.
Line describing a Cone (1973) e
You and I, Horizontal III (2007) sono “
sculture di luce” -secondo l’espressione dello stesso McCall- che si espandono nello spazio e avvolgono lo spettatore in un ambiente ovattato, offrendogli una nuova percezione della luce, più materica e palpabile.
Ai confini della materialità, i film proiettano la propria esistenza fisica su chi li guarda, investendolo con una massa di particelle di fumo che disegnano sulle pareti linee di luce. Film che “
esistono nella realtà, esistono in quanto oggetti tridimensionali, in quanto sculture”.
Anche i disegni, progetti e storyboard riescono ad affascinare, pur nella loro quasi totale inintelligibilità: sono numeri, informazioni, equazioni logico-matematiche che ricordano
Alighiero Boetti, comprensibili solo se “
si conoscono le regole del gioco”. Alcuni diagrammi sembrano precursori degli attuali programmi di grafica, e infatti McCall non è nuovo all’utilizzo di tecnologie informatiche, soprattutto nei lavori più recenti, per i quali collabora con due programmatori.
Artista troppo poco conosciuto, oggi il suo lavoro è apprezzato come precursore di quelle ricerche sull’
“espansione dello spazio e dei sensi” a cui, dagli anni ’90, hanno dedicato la propria ricerca, ad esempio,
Olafur Eliasson e
Carsten Höller. In effetti, la sua ricerca è sorprendentemente innovativa e attuale. Dopo una pausa di quasi due decadi, i nuovi lavori di McCall guardano alle precedenti ricerche, ma sono arricchiti da una rinnovata consapevolezza, quella della mortalità.