La fotografia in tutte le sue espressioni. Alla terza edizione, il
Mesec Fotografije apre al pubblico con un elevato numero di mostre. E coinvolge gallerie pubbliche e private per presentare artisti di tutte le generazioni.
Al Cankariev Dom di Lubiana,
Photonic Moments seleziona le nuove generazioni del Sud-Est d’Europa: sei curatori per sei Paesi diversi. Una cernita che spazia dall’impegno politico (la dismissione del burqa dell’artista turca
Nilbar Güreş) alle associazioni psicologiche degli evocativi ritratti della slovena
Vanja Bučan, fino all’ironia di
Katarina Radović, che si fa ritrarre con diverse possibili tipologie di uomini nella serie
A Husband in Paris.
Spostandosi in città troviamo fotografi di altre generazioni, affermati. Come
Ernst Logar alla Galerija Mikado, dov’è costretto a presentare, per motivi di spazio, una sola fotografia della serie newyorkese
Non Public Spaces, accompagnata dalla documentazione cartacea, sonora e video dei permessi per poterla scattare.
Il Festival quindi si apre quest’anno anche al video. E presenta un’intera sezione dedicata alla videoarte:
Portrait. Contemporary photography and video art from Berlin è infatti il titolo della componente d’immagine in movimento presentata al Mestni Musej di Lubiana. D
odici artisti per una rassegna documentativa sulla trasformazione degli spazi pubblici di Berlino.
Ma c’è dell’altro in città: conferenze e incontri. I forum sulla fotografia contemporanea si tengono al Cankariev Dom, formulati come discussioni aperte tra fotografi, curatori e galleristi. Gli incontri invece hanno un carattere più specifico. Come l’
Avstrijska noč (Notte austriaca), che prevede l’apertura serale di tre gallerie e l’incontro con i rispettivi fotografi austriaci ospitati.
Altro accade fuori dalla capitale. A Nova Gorica, altra generazione rappresentata dall’italiano
Roberto Kusterle: nella Galerija Tir presenta le sue fotografie d’immaginazione, i ritratti rigorosamente scattati in analogico. A Piran, invece, è di scena l’indagine fotografica site specific sulla città stessa dello sloveno
Branko Lenart. Altre collettive si trovano ad Ajdovščina, Kranj e Maribor.
Nel complesso, il
Mesec Fotografije si presenta con un ricco calendario di eventi – l’ultima inaugurazione si terrà il 27 novembre – e coinvolge gran parte delle istituzioni culturali ed espositive slovene. L’eterogenea selezione di opere e artisti consegna al pubblico una visione generale della produzione fotografica dell’Est europeo e non solo. Fotografia d’emozione, della memoria, d’associazione o di sensazione. La quantità, però, può creare confusione. Capita così di trovare spazi espositivi inadeguati, dedicati a progetti fotografici di qualità. O spazi espositivi adeguati, pubblici e di rilevanza nazionale, che ospitano progetti alquanto discutibili. Con il benevolo ma mal riuscito intento di promuovere gli artisti locali.
Fotografia di rilevanza internazionale e fotografia quasi amatoriale. Un punto nero che speriamo venga cancellato nella prossima edizione.