C’è molta luce ad Agra, nella
sezione ticinese della Galleria Buchmann. Lo stabile della galleria, progettato
da Urs Kamber e dallo Studio Boila & Volger, affaccia
sulla luce del Lago di Lugano, che la pervade con dolcezza, rimbalzando sulle
superfici in cemento armato e sulle installazioni dipinte da Felice Varini lungo i muri esterni
della galleria.
Entrando, in una grande sala, si
viene accolti da lavori di natura diversa che producono una luce gialla
piuttosto intensa. Si tratta dell’ultima serie di Lawrence Carroll (Melbourne, 1954; vive a New York e a Venezia),
l’artista australiano del quale i conoscitori della Collezione Panza avranno
apprezzato la lunga ricerca sulla relazione tra pittura e scultura e su quella
tra bianco e sporco.
Da quando Carroll vive nella
laguna veneta, ci sono novità nel suo approccio che a Lugano erano state viste
in Morning, esposta all’interno della
mostra Light Show.
In questa nuova serie, la sua
ricerca è particolarmente concentrata sul tema della luce e il modo in cui utilizza
il giallo, richiamandosi in parte a matrici morandiane, in altra parte a matrici
impressionistiche, è finalizzato alla produzione, ogni volta, di un tipo di
luce.
Ne abbiamo uno sviluppo proprio in
una delle opere,
Untitled,
esposta nella sala d’ingresso dell’attuale
selezione
Yellow works: si tratta di
quattro tele ripiegate come se fossero lenzuola, ingabbiate in una teca che le
preserva in ordine, cariche di un giallo che, quasi senza fatica, emana
morbidamente dal colore spento dei suoi supporti, come una macchia
impressionista che ha impregnate le realtà che la contengono.
La tela piegata,
il legno della cornice e la croce che segmenta i quattro loculi sembrano voler
essere aree custodi di memoria, all’interno delle quali il giallo sfrutta
comodamente il proprio spazio di vita attuale.
Nella grande sala, protetta in
penombra dalla luce che si espande per i locali della galleria, questa
quadruplice trasparenza di giallo dalla tela spessa che la contiene si
confronta con trattamenti dello stesso colore di natura diversa: alcuni inserti
più piccoli e altri più grandi e poi una installazione appoggiata su un
tavolino (Carroll chiama questo intervento Table
painting), dalla quale possiamo capire che la riflessione di Carroll è
concentrata sul colore e su come questo sia in grado di generare luce, nel
momento in cui ne fruiamo attraverso supporti diversi.
Sempre dalla quadruplice
trasparenza di tela ingiallita nella teca, siamo idealmente introdotti
nell’area della biblioteca della galleria, accanto alla quale sta un quadro di
piccole dimensioni, ancora Untitled,
con un giallo diverso, più carico, sfumato dal basso verso l’alto, quasi
un’alba pittorica che sfida apertamente la luce esterna.
Oltre questo, altri gialli: sono
quelli di Wilhelm Mundt (Gerevenbroich,
1959; vive a Düsseldorf) fatti con vetri di Murano. E qui, in questa seconda
parte della mostra, pur essendo in un’area di produzione ancora veneziana, ci
sembra di essere da tutt’altra parte.
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Carroll
al Correr
Mundt
in fiera a Berlino
vito calabretta
mostra
visitata l’11 ottobre 2010
dall’undici ottobre 2010 al
31 gennaio 2011
Lawrence Carroll – Yellow
Works
Wilhelm Mundt – Yellow
Murano glass scupltures
Buchmann Galerie
Via Gamee, 6 –
6927 Collina d’Oro
Orario: su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +41919800830; buchmann.lugano@bluewin.ch; www.buchmanngalerie.com
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