Mentre Gerard Malanga –collaboratore storico di Andy, poeta e attore– legge i propri versi, Steve Piccolo e Gak Sato illustrano l’evento con sonorità ricercate. Così s’inaugurano le mostre a Monaco: in grande! Nei giorni successivi, sulla terrazza del Grimaldi Forum si sono alternati artisti del calibro di John Cale, per omaggiare quella Factory senza la quale i Velvet Underground non sarebbero mai esistiti.
Tutto ciò in onore di Andrew Warhola, al secolo Andy Warhol (Pittsburgh 1928 – New York 1987): un giovane pubblicitario che esordisce nel 1949 su Glamour per approdare in galleria tre anni dopo; che nel 1960 dipinge le sue prime tele a “soggetto
Certo è che Warhol non ha bisogno di presentazioni: è uno degli artisti più mainstream del ‘900 e farne della critica spesso significa ripetere e ripetersi. Perciò il rischio di allestire l’ennesima retrospettiva -tutt’altro che recondito- è stato brillantemente evitato. SuperWarhol dedica infatti un’attenzione inedita alla monumentalità e al gigantismo dell’opera di chi sentenziava: “Sizing is a form of thinking” . La mostra ripercorre con questo preciso sguardo curatoriale l’intero arco della produzione warholiana –dal Dick Tracy del 1960 alle Last Supper del 1986–, senza dimenticare la produzione filmica e fotografica sia dell’artista (di cui si possono vedere, tra gli altri, Kiss del 1963-64 e I, a Man del 1967-68), sia della cerchia Factory, con nomi come Nat Finkelstein, David McCabe e Billy Name.
Per organizzare un simile evento sono necessari fondi di cui difficilmente un museo italiano potrà mai disporre; ma il problema non è solo questo. Si tratta anche del coraggio di affidare la scenografia a una giovane francese di nome Matali Crasset,
In uno scenario del genere, anche per chi -come chi scrive- non predilige la pop art, si prova un piacere assai leggero a scoprire le giganto-serigrafie che talvolta coprono oltre dieci metri di parete in lunghezza e quattro in altezza.
Insomma, una mostra non solo per quei cultori di Warhol che ancora non si sono recati al museo-santuario di Pittsburgh, bensì l’occasione per vedere in tutta la loro spettacolarità centinaia di riproduzioni feticistiche del mito americano.
articoli correlati
Le opere grafiche in mostra a Brescia
Retrospettiva londinese
marco enrico giacomelli
mostra visitata il 21 agosto 2003
In prima al Teatro Carignano di Torino, Valerio Binasco porta in scena lo spettacolo di Andrew Bovell, un ritratto toccante,…
Più che gli stati d’animo e le emozioni, credo che siano i concetti e le idee a stimolarmi maggiormente.
La Galleria BPER Banca propone un percorso multisensoriale che intende coinvolgere il pubblico in una riflessione collettiva sulla necessità di…
76 artisti internazionali, tra cui anche tre italiani, invitati alla quarta edizione della Bangkok Biennale: le fotografie delle mostre diffuse…
In programma dal 15 novembre 2024 al 28 luglio 2025, "Maria Lai. A Journey to America" è la prima retrospettiva…
SpazioVolta presenta il nuovo spazio espositivo nella ex chiesa cinquecentesca di San Rocco, a Bergamo, con un suggestivo progetto site…