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talvolta si sottopongono personaggi del mondo della musica, del cinema e,
perché no, dell’arte sia foriera di risultati non rimarcabili. Nel settore di
pertinenza, quando un artista prende parte a diverse manifestazioni di grande
rilevanza o, semplicemente, è protagonista di svariate mostre personali e
collettive si dice sia legittimo dubitare delle proposte.
Con l’antologica in corso alla Fondazione Serralves, Grazia
Toderi (Padova,
1963; vive a Milano e Torino) smentisce in pieno le supposizioni appena riportate.
Non solo perché la qualità complessiva delle opere (e del loro allestimento) è
innegabile, ma anche e soprattutto per la possibilità di fruirle in un certo
ordine, in uno spazio che consente individualità della visione e coerenza di un
percorso.
Una dimensione oscura accoglie il visitatore già dai primi
corridoi e lo accompagna fino alla conclusione, intervallata esclusivamente da
una pausa di luce atmosferica. Una pausa dove sono concentrate alcune serie di
disegni che illustrano vortici, gorghi, turbini e mulinelli puntellati da gocce
di piombo.
Le grandi videoinstallazioni, marchio di fabbrica
dell’artista, si susseguono una dopo l’altra, separate e unite allo stesso
tempo. Nel “ciclo dei rossi” composto da Rosso Babele (2006), Rosso (2007) e Orbite Rosse (2009), i singoli elementi sono
stati più volte esposti, ma in questo caso sono radunati sotto un solo tetto.
Le potenti immagini mobili accomunate da una costante cromatica rappresentano lenti
moti vorticosi puntellati di lampi luminosi. La tipologia di opera permette una
sorta di immersione: se è vero che la dimensione della proiezione sovrasta
quella dell’osservatore, è altrettanto vero che il supporto su cui si proietta
spesso si flette creando una concavità.
Nelle installazioni lo schermo di proiezione è doppio, un
unico piano piegato nel mezzo come un enorme libro aperto.
In Atlante (2010), esposto per la prima volta, l’artista indaga
ancora una volta il rapporto tra la gravità e l’orizzonte, tra l’asse verticale
e quello orizzontale, parafrasando João Fernandes, curatore della mostra.
Quest’ultimo lavoro è strettamente legato al luogo in cui si trova: infatti le
immagini che scorrono sono state registrate sulla costa portoghese. La terra e
il cielo sembrano sfidarsi, incastrati, in continuo conflitto, ma eternamente
uniti, l’uno il confine dell’altro. Scatti fotografici e video estratti si
compongono, gli uni sugli altri, dando al risultato una materialità quasi
pittorica. Non a caso Toderi stessa, in molte interviste, fa riferimento alla
pittura, a un fattore pittorico che pervade i suoi lavori, pur nell’utilizzo di
mezzo apparentemente diverso.
Atlante è la rappresentazione di un limite nel suo significato
matematico: una tensione tra due poli, l’avvicinamento dell’uno verso l’altro.
Toderi
da Gio’ Marconi
In
collettiva al Ciac di Foligno
mostra visitata il 31 luglio 2010
dal 24 luglio al 10 ottobre 2010
Grazia Toderi
a cura di João Fernandes
Museu de Serralves – Casa e Parque de Serralves
Rua D. João de
Castro, 210 – 4150-417 Porto
Orario: da
martedì a venerdì ore 10-17; sabato, domenica e festivi ore 10-19
Ingresso:
intero € 5; ridotto € 2,50
Catalogo
disponibile
Info: tel. +351 226156500; fax +351 226156533; serralves@serralves.pt; www.serralves.pt
[exibart]