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fino al 31.XII.2003 Tot zo ver – Up to now Amsterdam, Stedelijk Museum
around
Gran finale per Rudi Fuchs. Il direttore dello Stedelijk mette in sala una collezione vastissima e accattivantissima che abbraccia trasversalmente l’arte degli ultimi centocinquant’anni. Non manca nessuno alle pareti, non mancherà nessuno in sala. Prendete l’aereoplano, quindi, perché...
Rudi Fuchs colpisce al cuore e lascia il segno. Dopo quasi dieci anni di direzione, di selezione e di critica in uno dei più interessanti spazi istituzionali in Europa, il bravo olandese decide di uscire di scena alla grande.
Up to now – fino ad oggi – è un titolo ambizioso per una mostra gigante nelle dimensioni, mastodontica nella copertura storica e imponente nella durata. L’idea è quella di ‘tirare fuori dalla cantina’ l’intera collezione del museo, senza risparmiare neanche una delle splendide opere, in un allestimento divertente, gaio e malandrino esteso in tutti e tre i piani del palazzo. Sulle pareti bianche gli artisti piú grandi, che tutti conosciamo, si incontrano per una chiacchierata informale: Van Gogh, Cezanne, Mondrian e Picasso pare, quasi, giochino a carte dietro un angolo tranquillo, mentre De Dominicis e Merz li osservano dai loro video; Rosenquist, Lichtenstein e Oldenburg, un po’ leziosi, se ne restano appollaiati in una aristocratica stanza dalle luci soffuse; Hirst, al solito, occupa il centro della sala, in bella mostra davanti alle sue donne, Taylor-Wood e la Emin; Baselitze Schnabel litigano inseguendosi nelle sale mentre Kiefer e Kounellis, finalmente, fanno conoscenza; Nitsch intimidito (per la prima volta?) dalla vicinanza di LeWitt e Andre; Nauman, il prediletto, scherza con tutti, da Hopper a Salle; e poi ci sono tanti altri: Severini in compagnia di qualche coetaneo olandese, Copley annoiato dai suoi pop-amici, e Fabro, Arman, Christo, Spoerri, Botero, Dorazio, Miró, Pistoletto, Calder, Matisse, Dijkstra, Kokoscha, Klee, Kirchner, Dumas, Fontana, Pollock… Ci si perde, quasi, in questo ambiente in cui l’arte è viva e vibrante, poco interessata alle noiose visite di cortesia. Qui ce n’é per tutti i gusti: nessuno, proprio nessuno, potrá dire di non aver trovato almeno un’opera di proprio piacimento.
Superato l’entusiasmo iniziale si potrebbe sollevare qualche polemica perché, effettivamente, c’é una lieve ostentazione della fervida attivitá di selezione e acquisizione che lo Stedelijk – il suo direttore – ha operato sapientemente, c’é, anche, una pretesa di ridefinire l’iter dell’arte da Kandinsky a Gordon, non manca l’allusione ad una nuova lessicologia critica e…ad libitum, ma, permettetemi di dirlo, poco importa.
Fuchs, il ruffiano, si farà ricordare per questa mostra. Verrà appagato il desiderio particolare cosí come quello piú generale di chi, come chi scrive, ama la cornice come il quadro, il pixel come il bronzo. Arrivati all’aereoporto di Amsterdam, andate al suo museo dove, fino alla fine dell’anno, sará facile incontrare dai turisti giapponesi ai giovani critici radicali, dai topi da museo ai digital boys, dai duraniani alle casalinghe e tutti in coro direte la stessa cosa: Rudi Fuchs, ciao e grazie.
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fabio antonio capitanio
mostra vista il 3 maggio 2003
’Tot zo ver – Up to now’, Stedelijk Museum, Paulus Potterstraat 13, 1071 CX Amsterdam,The Netherlands,
tel. +31 (0)20 573 2911
http://www.stedelijk.nl/eng/index.html
Costo del biglietto 7 Euro
catalogo Stedelijk Museum Cahier , AAVV, Olandese/Inglese
tutti i giorni dalle 11 alle 5
Il museo dispone di una piccola libreria, una biblioteca ed un café-ristorante
[exibart]
ma che forse fabio-antonio si sia fatto un giretto nei coffeeshop prima di scrivere il pezzo?
mah….
comunque sembra una buona mostra. magari anche qui… magari.
accattivante la carellata di Fabio Antonio! anche se le opere sono viste e straviste sembra interessante il modo di metterle in relazione adottato da Fuchs.
pallemioddioccheppalle sta roba
…un giretto nei coffee shop dovreste farvelo un pò tutti, così magari vi rilassate e tenete a freno le lingue.