Rudi Fuchs colpisce al cuore e lascia il segno. Dopo quasi dieci anni di direzione, di selezione e di critica in uno dei più interessanti spazi istituzionali in Europa, il bravo olandese decide di uscire di scena alla grande.
Up to now – fino ad oggi – è un titolo ambizioso per una mostra gigante nelle dimensioni, mastodontica nella copertura storica e imponente nella durata. L’idea è quella di ‘tirare fuori dalla cantina’ l’intera collezione del museo, senza
Superato l’entusiasmo iniziale si potrebbe sollevare qualche polemica perché, effettivamente, c’é una lieve ostentazione della fervida attivitá di selezione e acquisizione che lo Stedelijk – il suo direttore – ha operato sapientemente,
Fuchs, il ruffiano, si farà ricordare per questa mostra. Verrà appagato il desiderio particolare cosí come quello piú generale di chi, come chi scrive, ama la cornice come il quadro, il pixel come il bronzo. Arrivati all’aereoporto di Amsterdam, andate al suo museo dove, fino alla fine dell’anno, sará facile incontrare dai turisti giapponesi ai giovani critici radicali, dai topi da museo ai digital boys, dai duraniani alle casalinghe e tutti in coro direte la stessa cosa: Rudi Fuchs, ciao e grazie.
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ma che forse fabio-antonio si sia fatto un giretto nei coffeeshop prima di scrivere il pezzo?
mah....
comunque sembra una buona mostra. magari anche qui... magari.
...un giretto nei coffee shop dovreste farvelo un pò tutti, così magari vi rilassate e tenete a freno le lingue.
pallemioddioccheppalle sta roba
accattivante la carellata di Fabio Antonio! anche se le opere sono viste e straviste sembra interessante il modo di metterle in relazione adottato da Fuchs.