Le arti grafiche hanno mostrato, sin dal Medioevo, un particolare interesse per i temi legati all’immaginario fantastico e soprannaturale, che viene generalmente riprodotto come una realtà oscura e in quanto tale spaventosa. Ed è proprio l’idea di un mondo onirico e inquietante che affiora dalle opere presenti alla mostra Strange Matters – the uncanny, supernatural and fantastic. I lavori esposti, infatti, danno spazio alle potenzialità immaginative della psiche umana per illustrare un mondo che va oltre i confini della realtà tangibile.
L’esposizione, che consta di una trentina di opere, include una selezione di dipinti del nostro secolo e di quello scorso, più una sezione di libri del Seicento. I lavori presentati, pur essendo cronologicamente lontani, nascono dal comune bisogno di muovere una critica radicale alla razionalità del mondo reale e dalla voglia di dar vita ad un racconto fantastico. Tale desiderio emerge, con forza, dai dipinti di Nicholas Nedelkopoulos (Melbourne, 1955), che illustrano situazioni irreali e talvolta allucinanti. Gli ambienti e i personaggi inverosimili che l’artista dipinge nei suoi quadri provocano nell’osservatore un senso di smarrimento e di angoscia, poiché liberano i sogni e gli incubi che albergano nell’inconscio di ogni uomo. L’onirico assume, quindi, la stessa funzione d’introspezione psicologica che aveva esercitato, nella prima metà del XX secolo, sul movimento surrealista.
Questa corrente culturale ha infatti un forte ascendente sul lavoro di Nedelkopoulos, che nel quadro Another fad attack riprende e rielabora, sulla base delle proprie esigenze espressive, il visionario mondo di Juan Mirò.
Anche l’opera Circe di James Guppy (Londra, 1954; vive nel New South Wales) risente dell’influenza dello stesso movimento. In questo quadro, tuttavia, inserendo otto cucchiaini da caffè in una tela raffigurante un volto femminile, Guppy affianca alle allucinati atmosfere surrealiste l’ambiguo utilizzo di oggetti ordinari, tipicamente dadaista. È proprio il bizzarro innesto di un articolo d’uso comune nel dipinto a generare un’opera estremamente grottesca che, mentre introduce nella complessa psiche dell’artista, costringe a scavare nel profondo della nostra anima.
I mondi fantastici illustrati nei lavori esposti in questa mostra cercano, quindi, di stimolare una risposta emotiva da parte del visitatore, conducendolo in una dimensione extra-sensoriale che lo spinge a guardare oltre l’abituale silenzio della quotidiana esperienza visiva.
marta gorini
mostra visitata il 5 febbraio 2007
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