La mostra collettiva The Talent Show esamina le molteplici varianti nei rapporti fra
artisti, spettatori e partecipanti che modellano i contrastanti desideri di notorietà
e privacy, una contraddizione che marca già da qualche tempo il nostro
presente. Testimone di ciò è l’opera all’ingresso: la Base Magica/Scultura Vivente di Piero Manzoni, una pedana illuminata da un cono di luce, risulta
irresistibile ai visitatori, che non esitano a salirci per una foto, entusiasti
partecipanti di un’opera il cui intento, fra le altre cose, era proprio quello
di sottolineare tale entusiasmo.
Una tendenza sociale già presente nel ’61 quindi, e
d’interesse anche a Warhol, che
pochi anni dopo avviò la ripresa di una serie di provini fini a se stessi nell’intento
di documentare le reazioni di diversi individui piazzati davanti a una
telecamera per 4 minuti, di cui troviamo una proiezione (Robin) alle spalle della pedana di Manzoni. Fu parlando proprio di
questo progetto che Warhol diede luce all’espressione “15 minuti di fama”, profetizzando un futuro in cui ogni membro
della società ne avrebbe goduto almeno una volta nella vita, e di cui ogni
visitatore della mostra ne può sentire le ebbrezza, attraversando più sale in
cui la propria presenza interagisce con l’opera. Sarà inevitabile, però,
constatare la potenziale natura malata della fame per l’esibizionismo,
manifestate dai protagonisti dei video youtube selezionati da Amie Siegel.
Da qui la mostra prende nettamente una piega
voyeurista, a partire da Sophie Calle,
stalker di fama, che in questa mostra si presenta con un progetto
particolarmente invadente in cui la vita di un uomo, di cui Calle trovò l’agendina
casualmente, viene raccontata in dettaglio attraverso le interviste rilasciate
dai contatti trovati nella rubrica dell’agenda in questione. Troviamo anche Adrian Piper con Context #7 e Gillian Wearing
con i suoi “cartelli che dicono quello
che vuoi tu e non cartelli che dicono quello che qualcun altro vuole che tu
dica”. Immancabile Shizuka Yokomizo
col suo progetto fotografico Stranger
del ’99, in cui l’artista colleziona foto di sconosciuti scrivendo una lettera
agli abitanti di case con affaccio su strada, chiedendogli di posare per lei a
un orario preciso di un giorno in particolare, accendendo tutte le luci della
stanza e guardando fuori per qualche minuto.
Ma è con Phil
Collins che si raggiunge l’apice del voyeurismo, con il suo Free Photo Lab: un progetto in cui l’artista
promette lo sviluppo gratuito delle pellicole di sconosciuti in cambio dei
diritti d’utilizzo delle loro fotografie. La conseguenza è uno sguardo
intimista (e impagabile) nella vita dei soggetti più disparati, provocando una
vasta gamma di sentimenti nello spettatore, tutti accompagnati inevitabilmente
dalla dopotutto umanissima, accanita curiosità per il vicino di casa.
mostra visitata il 16 gennaio 2011
dal 12 dicembre 2010 al 4 aprile 2011
The Talent Show
a cura di Peter Eleey
P.S.1 Contemporary Art Center
22-25 Jackson Avenue at 46th Avenue (Long Island – Queens) – 11101 New York
Orario: da giovedì a lunedì ore 12-18
Ingresso: intero $ 10; ridotto $ 5
Info: +1 7187842084; fax +1 7184829454; mail@ps1.org;
www.ps1.org
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