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23
marzo 2009
fino al 4.V.2009 Shilpa Gupta Paris, Le Laboratoire
around
I nostri timori possono dipendere da radici genetiche? In che modo le immagini modificano la percezione della realtà? Tensioni sociali e paura del prossimo sono al centro della nuova mostra del Laboratoire...
Fin dalle sue prime apparizioni sulla scena artistica internazionale, Shilpa Gupta (Mumbai, 1976) si è mostrata attenta alla situazione politica e sociale del proprio Paese. La prima missione delle opere che l’artista espone in questi mesi al Laboratoire è quindi quella di sfatare la visione positiva di una nazione in rapida evoluzione, che supera senza problemi anni di arretratezza e sottosviluppo.
A poco servono, dal suo punto di vista, successi come il trionfo hollywoodiano di Slumdog Millionaire di Danny Boyle se la società indiana non affronta le proprie paure e contraddizioni, se non si pongono freni alle tensioni etniche e religiose. Semplice eccesso di pessimismo o piuttosto richiamo a una visione più realistica delle cose?
Come sempre avviene presso il Laboratoire, durante la realizzazione delle opere l’artista è accompagnato da scienziati, nella fattispecie il noto linguista Noam Chomsky e la psicologa indiana Mahzarin Banaji, che insegna a Harvard e che ha messo a punto il Projet Implicite, alle cui domande chiunque può rispondere online, anche in italiano. Studi come questi mostrano che, in determinate occasioni, fino al 90% dell’attività umana dipende dal nostro inconscio e che esiste una trasmissione genetica di comportamenti, come la paura stessa.
Per Shilpa Gupta, l’installazione sonora Singing Cloud segna il passaggio da una ricerca sul tema della paura a quello ben più complesso dei pregiudizi. “Dopo un evento sconcertante, in uno stato di trance, i microfoni diventano degli altoparlanti alla ricerca di un pubblico. Una canzone filtra dalla nuvola per dare una migliore coscienza di sé e della comunità, e incoraggiare una libera circolazione non solo attraverso i luoghi ma anche attraverso le classi sociali, i sessi e le pratiche quotidiane”.
There is no explosive in this è invece il frutto della collaborazione con Noam Chomsky e del successivo meditare sui limiti delle democrazie moderne. Come può definirsi pienamente democratico un sistema di governo che permette ai politici di dichiarare guerre, nonostante la maggioranza degli elettori siano schierati a favore della pace? Per l’artista, il rischio di questi atteggiamenti è soprattutto il loro favorire all’eccesso un sentimento di sospetto nei confronti dell’altro e il loro nutrire i nostri pregiudizi innati.
Come l’artista ha affermato in occasione della conferenza stampa, While I Sleep si propone anche come l’occasione per “comprendere che il nostro comportamento non è dettato solo dalle nostre speranze, dalle nostre pulsioni e dalla nostra indole, ma anche dalla nostra memoria innata e da quella che abbiamo ereditato durante tutta la nostra evoluzione”.
A poco servono, dal suo punto di vista, successi come il trionfo hollywoodiano di Slumdog Millionaire di Danny Boyle se la società indiana non affronta le proprie paure e contraddizioni, se non si pongono freni alle tensioni etniche e religiose. Semplice eccesso di pessimismo o piuttosto richiamo a una visione più realistica delle cose?
Come sempre avviene presso il Laboratoire, durante la realizzazione delle opere l’artista è accompagnato da scienziati, nella fattispecie il noto linguista Noam Chomsky e la psicologa indiana Mahzarin Banaji, che insegna a Harvard e che ha messo a punto il Projet Implicite, alle cui domande chiunque può rispondere online, anche in italiano. Studi come questi mostrano che, in determinate occasioni, fino al 90% dell’attività umana dipende dal nostro inconscio e che esiste una trasmissione genetica di comportamenti, come la paura stessa.
Per Shilpa Gupta, l’installazione sonora Singing Cloud segna il passaggio da una ricerca sul tema della paura a quello ben più complesso dei pregiudizi. “Dopo un evento sconcertante, in uno stato di trance, i microfoni diventano degli altoparlanti alla ricerca di un pubblico. Una canzone filtra dalla nuvola per dare una migliore coscienza di sé e della comunità, e incoraggiare una libera circolazione non solo attraverso i luoghi ma anche attraverso le classi sociali, i sessi e le pratiche quotidiane”.
There is no explosive in this è invece il frutto della collaborazione con Noam Chomsky e del successivo meditare sui limiti delle democrazie moderne. Come può definirsi pienamente democratico un sistema di governo che permette ai politici di dichiarare guerre, nonostante la maggioranza degli elettori siano schierati a favore della pace? Per l’artista, il rischio di questi atteggiamenti è soprattutto il loro favorire all’eccesso un sentimento di sospetto nei confronti dell’altro e il loro nutrire i nostri pregiudizi innati.
Come l’artista ha affermato in occasione della conferenza stampa, While I Sleep si propone anche come l’occasione per “comprendere che il nostro comportamento non è dettato solo dalle nostre speranze, dalle nostre pulsioni e dalla nostra indole, ma anche dalla nostra memoria innata e da quella che abbiamo ereditato durante tutta la nostra evoluzione”.
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mostra visitata il 10 febbraio 2009
dal 13 febbraio 2008 al 4 maggio 2009
Shilpa Gupta – While I Sleep
Le Laboratoire
4, rue du Bouloi – 75001 Paris
Orario: da venerdì a lunedì ore 12-19
Ingresso: intero € 6; ridotto € 4,50
Info: tel. +33 0178094950; info@lelaboratoire.org; www.lelaboratoire.org
[exibart]