Il filo conduttore di questa esposizione è proprio la controversia estetica sullo sviluppo e l’affermazione del nudo maschile e femminile nell’Inghilterra dell’epoca Vittoriana (1837-1901). La mostra, che espone 150 opere tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, illustrazioni e un divertente film erotico, è suddivisa in 6 sezioni: il Nudo inglese, il Nudo classico, il Nudo privato, lo Studio dell’artista, il Nudo nell’Arte nobile e il Nudo moderno.
Il percorso espositivo ci conduce da eccellenti artisti, quali William Etty , attraverso il pre-raffaelitismo, fino al classicismo vittoriano, l’impressionismo sperimentale e il post-impressionismo della fine ‘800.
Ad apertura della mostra sono raccolti gli artisti che si sono ispirati alla storia e alla letteratura inglese, privilegiando soggetti portatori di un messaggio morale o religioso, oppure soggetti fantastici e mitologici.
La Venere del Botticelli è la fonte d’ispirazione di uno dei primi nudi dipinti da una donna: Cadmus and Harmonia di Evelyn de Morgan, così come Lady Godiva , scene tratte da alcune commedie di Shakespeare e I classici del 400…
Il Nudo classico incentra il suo studio sulla generazione di artisti che, influenzati da Ingres e Gerome, reagiscono al provincialismo dell’arte inglese,
La sezione successiva – lo Studio dell’artista – esplora, invece, il tema del rapporto tra artista e modella. La modella che posa nuda negli atelier, è considerata all’epoca, una prostituta, per questo la sua raffigurazione avviene sempre all’interno di soggetti classici, ma, grazie a questo espediente artistico, il nudo perde il suo carattere di sensualità e si diffonde rapidamente nella pittura, nella fotografia e nell’editoria. L’opera più significativa di questa sala sono i dipinti di Edward Burne-Jones sul mito di Pigmalione. È affascinante ricordare la storia di Pigmalione, antico scultore Greco, che, disgustato dalla volgarità delle donne, decide di crearsi una donna perfetta scolpendola nell’avorio e la bellezza della sua creazione è tale che l’artista si innamora di lei e supplica Venere affinchè intervenga e la trasformi in una donna vivente. Il mito di Ovidio ha un ruolo centrale nel pensiero dell’epoca proprio perchè simboleggia la natura delle fantasie sessuali maschili e il desiderio di controllo sulle donne.
Nello spazio dedicato al Nudo privato, si raccolgono dipinti, in gran parte realizzati su commissione privata, che esplorano la frontiera di un nudo più trasgressivo, provocatorio, espressione dei desideri censurati dalla cultura popolare. Accompagnata dalla nascita della fotografia, che esalta un’immediatezza irrealizzabile attraverso la pittura, questa nuova espressione artistica risulta più esposta a deviazioni pornografiche e non controllabili dalla
Nell’ultimo periodo dell’epoca vittoriana – Nudo nell’Arte nobile – gli artisti diventano più arditi nelle loro rappresentazioni di nudo alle mostre pubbliche. Il corpo non viene più esposto in condizioni di “sudditanza”, ma in condizioni spettacolari e sensazionali. I dipinti The Cloud di Arthur Hacker e The Martyr Saint Eulalia esemplificano la complessità di questo momento artistico, complessità che si ripercuote, sul piano sociale, con l’esplosione di fenomeni di violenza sessuale e intolleranza, ma che, stimolando la curiosità della gente, innalza il nudo a vera e propria espressione artistica…
L’ultima sezione dedicata al Nudo moderno si apre all’inizio del XX secolo collezionando artisti che, sotto l’influsso dell’impressionismo francese (in particolare Monet e Degas), rappresentano per la prima volta, il nudo in situazioni domestiche e quotidiane e in contesti esterni, naturalistici e spontanei (corpi di giovani esposti al sole o impegnati in attività sportive).
La mostra si chiude con una nota di “drammatico” contrasto, che sembra voler lasciare il visitatore in uno stato di sospensione critica, tra un dipinto di Gwen John che raffigura una modella, quasi espressionista nei tratti del viso e del corpo, in un contesto buio e angusto, e, sulla parete di fronte, un quadro di Henry Scott Tuke – August Blue – nel quale una rappresentazione en-plein-air evoca un paesaggio ideale e nostalgico, quasi bucolico, di innocenza e spensieratezza. Forse un richiamo alle trasformazioni del nuovo secolo…
roberta ciut
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