Categorie: around

fino al 5.IV.2010 | Miroslaw Balka | Londra, Tate Modern

di - 26 Marzo 2010

Per quanto diversi siano i riferimenti
bibliografici delle sue opere, il lavoro di Miroslaw Balka (Varsavia, 1958; vive a Varsavia e Otwock) parla
una lingua universale. Sculture e video si riferiscono a esperienze personali,
spesso legate alla storia della nativa Polonia, e si presentano formalmente
minimali attraverso l’uso di materiali semplici come cemento, sapone o capelli
umani.
Balka è il decimo artista invitato a sfidare, attraverso
Unilever Series, lo spazio
della Turbine Hall, il medesimo nascosto nelle passate edizioni dalla nebbia di
Olafur Eliasson e diviso in
due, con una fenditura sul pavimento, da Doris Salcedo.
How it is
non solo sfida lo spazio della galleria, ma lo occlude mimetizzandosi
con l’architettura. Provocandola. Alta 13 metri e lunga 30, How it is si presenta come una gigantesca struttura
metallica che ricorda i pilastri portanti della stessa Turbine Hall e che, al
suo interno, contiene un’enorme stanza completamente nera. Apparentemente la
scultura-architettura sembrerebbe un container abbandonato, un camion di
dimensioni spropositate in attesa del cargo o pronto per la partenza.

Ma di fronte all’ingresso buio di How it is la temperatura corporea scende e con un brivido ci
si chiede come fare per spingersi all’interno. Sin dalla notte dei tempi siamo
abituati ad aver paura dello sconosciuto, di ciò che non è familiare, perché se
l’ignoto è senza luce, allora può diventare legittimamente pericoloso. E in una
forma del tutto attraente – poiché, per quanta paura si possa avere, l’ignoto è
sempre seduttore – l’installazione di Balka tende a fondere insieme lo
sconosciuto e il familiare. È una scultura che per vivere ha bisogno della
presenza del visitatore, del suo ingresso. Ma piuttosto che lasciar intendere
l’entrata su una sorta di palcoscenico, How it is suggerisce un viaggio che si sposta
nell’interiorità, fisica e psicologica, dell’individuo.
Percorrendo l’installazione ci si abitua poco alla
volta alla rinuncia del senso della vista, focalizzando l’attenzione percettiva
sul proprio battito cardiaco, sulla temperatura corporea, sull’udito e sul
tatto. How it is è
ossimoricamente un buio illuminante che, nell’elaborazione di Balka, trova le
sue radici in numerose suggestioni personali e collettive. Tra queste, il
romanzo di Samuel Beckett dallo stesso titolo How it is (1964), in cui si narra di un autore destinato a
muoversi carponi nel fango; oppure il Quadrato nero (1923) di Malevic. Infine, con forte coerenza, l’allegoria
filosofica e psicologica della caverna di Platone dove, seduti e incatenati, i
prigionieri cercano – osservando le ombre delle figure che si muovono al di là
del fuoco – un legame con la realtà.

Riferendosi alla distinzione platonica tra l’invisibile
e l’intelligibile, Balka inverte l’asserzione del filosofo secondo cui “solo
il reale è invisibile
”, per
stabilire invece che “solo l’invisibile è reale”. Per Balka la discesa nel buio equivale alla
perdita della luce come materia per “via di levare” (Michelangelo). Perdita che non è metafora dell’inaccessibilità
alla conoscenza, quanto piuttosto una possibilità epistemologica.

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Balka da Raffaella Cortese a Milano
La
precedente installazione alla Turbine Hall

claudio
cravero

mostra
visitata il 14 marzo 2010


dal 13 ottobre 2009 al 5 aprile 2010
The
Unilever Series –
Miroslaw Balka
Tate Modern – Turbine Hall
Bankside – SE1 9TG London
Orario: da domenica a giovedì ore 10-18; venerdì e sabato ore 10-22
Ingresso libero
Catalogo Tate
Modern, £ 14,99
Info:
+44 02078878888; visiting.modern@tate.org.uk;
www.tate.org.uk/modern

[exibart]


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