Zaelia Bishop (Roma, 1977) è alla sua prima personale parigina negli spazi della Galleria Flaq. Bishop si esprime tenendo sempre in mente il tempo; ma non chiamatelo quello delle madeleine il suo tempo, perché è una patina che parla del passaggio di qualcosa. In questa serie (Diaries from the Dedalus a cui ha lavorato dal 2007 al 2013), a dare l’idea visiva di questa pesante “durata” sono oggetti (smarriti da qualcuno, raccolti dall’artista) che non vogliono dichiaratamente nascondere quei visi, ma lungi dall’idea di scoprirli. Ecco perché le facce che spesso ritornano nelle sue opere non hanno nome, sono piuttosto tipi.
Come nota il curatore della mostra, Claudio Libero Pisano, in quest’ultima occasione tempo e ricerca si uniscono nell’indagine sui bambini. I bambini di Bishop sono colti nella fase del non-ascolto, in un tempo storico in cui il loro ruolo sociale non esisteva; forse neppure nell’intimo dello status familiare come lo conosciamo nella modernità. Le fotografie d’epoca vorrebbero amplificare il vissuto di chi forse era nell’ombra, così da dargli una voce. Care memorie, direbbe la scrittrice francese Marguerite Yourcenar. E invece quella di Zaelia Bishop è una “non memoria”, che parla nonostante non abbia un nome.
Più tassonomiche e scientificamente “esatte” sono le sue farfalle, Feue de Joie del 2015. Un’opera puramente estetica che tradisce, in realtà, la sincerità del collezionista per due motivi: la forma delle teche, esagonale, e la presenza di un solo esemplare. Ma nessuno di questi insetti è reale, a esser tale è l’assemblamento dell’artista che ricrea un animale nuovo e perfetto.
Eleonora Minna
mostra visitata il 10 novembre
Dal 5 novembre al 5 dicembre 2015
Zaelia Bishop, Col favore delle stelle,
Galleria Flaq, 36 Rue Quincampoix, 75004 Paris, Francia