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fino al 6.IX.2004 | Monocromos | Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía

di - 6 Settembre 2004

Il Reina Sofía ha una politica dedicata alla ricezione estiva che poco ha a che vedere con le presunte capitali italiane dell’arte contemporanea. Lo dimostrano la personale di Julian Schnabel nel padiglione Velazquez e le cinque temporanee allestite in sede: Dalí e la cultura di massa, che ovviamente ha attirato l’attenzione di buona parte del pubblico spagnolo, le personali di Cecily Brown, Javier Campano e Lichtenstein, infine la collettiva sui Monocromi.
La scelta curatoriale è coraggiosa, poiché solo una piccola sezione è cronologica. La parte più cospicua raccoglie invece i lavori secondo la lapalissiana suddivisione cromatica: nero, rosso, blu, oro, argento, bianco… Chiudendo con “La luce. Il movimento”. La mostra ha pochi precedenti, se si eccettua quella di Leverkusen risalente al 1960; ma in questo caso sono stati chiamati in causa 78 artisti, per un totale di circa 90 lavori. Se non mancano gli antecedenti storici, come Malevich o Monet, la ricerca si rivolge principalmente all’ultimo mezzo secolo. La tesi che sostiene il progetto è che il monocromatismo “si nutre di due fonti”, cioè il mistico e il concreto, la ricerca dello spirituale e il materialismo dialettico. In ogni caso, si tratta della “forma più radicale che può adottare la pittura”. In fondo, questo forse avviene proprio perché può scaturire da intenti opposti e mirare a obiettivi antinomici. Può ricercare la massima luce o l’oscurità più implacabile, e ciò non è necessariamente legato all’utilizzo del bianco e del nero.

Per aiutarci a comprendere l’ambiguità della scelta monocromatica, pensiamo agli esiti paradossali di due diverse mistiche. Da una parte può essere ricercata una comunione col divino che annulla l’individualità, conducendendo a un’astrazione asessuata. Dall’altra, e col medesimo intento, si può giungere al premio supremo del proprio sforzo individuale, in un’estasi che è assai sensuale, come narra Teresa d’Avila. Fuor di metafora, paiono incommensurabili i lavori come Abstract Painting (1962) di Ad Reinhardt, nera campitura a olio, e Abakan Red (1969) di Abakanowicz, enorme e voluttuoso panneggio. Allo stesso modo, come paragonare il contorcimento lacoontiano di Untitled (Male Torso That Left His Path) (1993-95) di Chakaia Booker coi monoliti in vetroresina di John McCracken? O ancora il vitalismo del Monochrome bleu IKB 181 di Yves Klein con la patina dorata sindoniana del Sans titre di Simon Hantaï?
Quel che allora pare essere il compito affidato allo spettatore consiste non tanto nel documentarsi sugli intenti dei singoli artisti. Bensì, di optare per una propria individuale ricerca che conduca all’esito monocromatico. Immaginando un percorso che con ogni probabilità permetterà di trovare un compagno di viaggio nel corso della deambulazione fra le opere magnifiche esposte a Madrid.

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marco enrico giacomelli
mostra visitata il 4 agosto 2004


Monocromos. De Malevich al presente
A cura di Barbara Rose
Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía – sala A1
Calle Santa Isabel, 52 – 28012 Madrid
Orario: dal lunedì al sabato dalle 10 alle 21; domenica dalle 10 alle 14,30. Martedì chiuso
Ingresso: intero € 3; ridotto € 1,50; libero il sabato dalle 14,30 alle 21 e la domenica dalle 10 alle 14,30
Info: tel. 91-4675000; fax 91-4673163; museoreinasofia.mcu.es
Catalogo disponibile in edizioni spagnola, francese e inglese
Testi di Barbara Rose, Gladys Fabre, Christopher Keith Ho, Vincenzo Trione e di vari artisti presenti in mostra
Artisti in mostra: Magdalena Abakanowicz, Josef Albers, Carl Andre, Arman, Jean Arp, Juan Asensio, Elena Asíns, Angel Bados, José Manuel Ballester, Larry Bell, Domenico Biachi, Agostino Bonalumi, Max Bill, Chakaia Booker, Alberto Burri, James Lee Byars, Arturo Casanova, Enrico Castellani, Eduardo Chillida, Chryssa, Jean Degottex, Hugo Demarco, Marc Devade, Gabriel Diaz, Theo van Doesburg, Frederick J. Eversley, Lucio Fontana, Mathis Goeritz, Joe Goode, Simon Hantaï, Kurt Hentschläger, Joan Hernández Pijuán, Gottfried Honegger, Robert Irwin, Donald Judd, Anish Kapoor, Ellesworth Kelly, Yves Klein, Martin Kline, Katarzyna Kobro, Stanislav Kolibal, Yayoi Kusama, Tadaaki Kuwayama, Wolfgang Laib, Julio Le Parc, Nino Longobardi, Heinz Mack, Kazimir Malevich, Piero Manzoni, Brice Marden, Joseph Marioni, Agnes Martin, Jason Martin, Henri Matisse, John McCracken, Cildo Meireles. Joan Miró, László Moholy-Nagy, Piet Mondrian, Claude Monet, François Morellet, Robert Morris, Robert Moskowitz, Rakuko Naito, Miquel Navarro, Barnett Newman, Ben Nicholson, Georges Noël, Kenneth Noland, Isamu Noguchi, Georgia O’Keeffe, Jules Olitski, Roman Opalka, Ana Peters, Roberto Pietrosanti, Richard Pousette-Dart, Robert Rauschenberg, Ad Reinhardt, Gerhardt Richter, Aleksander Rodchenko, Gerardo Rueda, Robert Ryman, Angeles San José, Sean Scully, Jan Schoonhoven, Peter Shelton, José Maria Sicilia, Susana Solano, Jesús Rafael Soto, Pierre Soulages, Frank Stella, Wladislaw Strzeminski, Sophie Taeuber-Arp, Antoni Tàpies, Jean Tinguely, Mark Tobey, Gustavo Torner, James Turrell, Léon Tutundjian, Günther Uecker, Dario Urzay, Juan Uslé, Bernard Venet, Dario Villalba, Andy Warhol, Franz West, José Maria Yturralde


[exibart]


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