A partire dal mese di Marzo la capitale catalana ha organizzato un ampio e ricco ventaglio di appuntamenti, esposizioni e manifestazioni volte a celebrare, in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita, la vita e soprattutto l’opera del più grande rappresentante del modernismo, figura poliedrica di un creatore che fu molto più di un architetto. “Gaudì – La busqùeda de la forma – Espacio, geometria, estructura y construcciòn”, la prima delle tre grandi esposizioni dell’anno, analizza l’universo gaudiano attraverso grandi plastici, modelli, fotografie e planimetrie grafiche. “Soy géometra, es decir, sintético” dice Gaudì nel video che apre la prima mostra dedicata all’architetto per il quale “tutto deriva dal grande libro della natura”. In effetti, Gaudì aveva un grande spirito di sintesi: teoria e pratica, arte e tecnica sono indissolubili nella sua opera, e la dimostrazione più palpabile sta nella esposizione inaugurata il 20 marzo nel Museu d’Historia de la Ciutat di Barcelona.
Abbagliati dalle forme, maestose e spettacolari, spesso ci sfugge l’elaborazione di base, altamente tecnica e approfondita, dei molti esperimenti sui quali il grande architetto fondò le sue intuizioni, dei suoi studi e delle verifiche matematiche. Sette grandi apparati espositivi, forniti di videoimmagini realizzate al computer, spiegano i segreti delle meravigliose volte convesse e iperboliche, degli archi catenari, delle colonne a doppio giro, dei conoidi, dell’esuberante mescolanza di forme che s’incastrano, di aspetto apparentemente semplice, la geometria dello spazio gaudiano ci si rivela in tutti i suoi edifici, sebbene la Colonia Guell e la Sagrada Familia rappresentino il culmine dell’uso creativo di questa scienza.
Gaudì vedeva le forme e, una volta immaginate, ricercava una tecnica capace di trasformarle in oggetti fisici costruibili. Il suo ambiente di lavoro era più un laboratorio artigiano che lo studio di un architetto. Conosceva tutte le pratiche manuali, manipolava oggetti, faceva prove, tentativi. Errori, correzioni, gli servivano per trovare soluzioni ai suoi problemi.
Questa esposizione mostra come Gaudì operava “alla rovescia”: prima creava il modello e dopo, sulla base di accurati studi e calcoli matematici, realizzava il disegno e la costruzione. La rilettura di Gaudì che questa mostra propone, presenta due fili conduttori, il primo, di carattere generale, offre al pubblico una visione completa dei principali edifici dell’artista, a partire dalle foto e dai progetti globali. Il secondo, più tecnico e specifico, aiuta a scoprire le sue idee più innovative e originali.
L’esposizione è strutturata attraverso un triplice percorso, scandito in fasi ben distinte. “Pensamiento”, che, per mezzo di un sistema audiovisivo, pone nella voce dello stesso Gaudì i suoi concetti essenziali. “Busqueda”, che presenta in enormi plastici a grandezza naturale i dettagli più affascinanti delle sue creazioni, integrati da vetrine con plastici di piccolo formato e video-grafici esplicativi delle tecniche utilizzate. E, al fondo della sala, “Obbra”, con i videofilmati dei quindici principali edifici che relazionano tutti i temi dell’opera dell’artista. La mostra itinererà in seguito a Madrid, Leon e altre città della Spagna.
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Gaudi se ne parla molto di questo architetto che ha prodotto delle opere uniche. L'immaginario nel suo caso diventa vera e propria realta'.
Ho visitato la cattedrale della Sacra familia l'estate scorsa. Non sembrava la facciata di una chiesa bensi' un pezzo di cielo in terra.
La facciata soffice, malleabile, intarsiata come la cera che si squaglia sotto la calura del sole. Una vera visione, un barocco unico. Il risultato di un concetto architettonico che sintetizza l'esperienza dell'architettura orientale e occidentale in grande scala.
Tasha
W ANTONI GAUDì DA CARLA ANTONI!
in effetti la mia preparazione non mi permette di apprezzare in pieno cio di cui si parla....rapito però dalla bellezza dell'autrice non posso che condividere, pur non avendo letto praticamente niente, ogni singola parola.
ciao Mari