Gli oggetti di So Watt? vogliono spingere il singolo e la collettività ad acquisire un nuovo rapporto con l’energia e cercano di conciliare il confort con il rispetto dell’ambiente. Le cinque tematiche che compongono l’esposizione permettono di restituire il giusto valore all’energia e di stabilire con essa un rapporto responsabile. Grazie al design, l’elettricità diventa visibile, quasi tangibile, e ispira una nuova estetica. Pertanto alcuni oggetti la simboleggiano: ad esempio la multi-presa di Gilles Belley che materializza la fuga di energia provocata dagli apparecchi lasciati accesi
Lampade camaleontiche in grado di mutare forma e colore in funzione del consumo elettrico della casa, le Flower lamps si aprono e si chiudono in accordo con il calore diffuso dal bulbo, mentre borsette con cellule fotovoltaiche integrate consentono di ricaricare lettori MP3 e cellulari. Immancabili le proposte divertenti: dalle macchinine a idrogeno radiocomandate ai cavi elettrici gioiello per ingentilire le pareti domestiche. I cavi diventano così accessori decorativi, da scegliere in armonia con il carattere dell’ambiente domestico.
Damian O’Sullivan, a proposito del suo Solar lampion, dichiara: “La maggior parte delle lampade solari oggi sono ‘piantate’ nei giardini e lasciate lì. Immagazzinano energia durante il giorno e la liberano sotto forma di luce durante la notte. Sarebbe tuttavia molto più razionale portare la luce della lampada con noi, all’interno dell’abitazione. Solar lampion è una lampada composta da 36 pannelli solari allineati, ciascuno collegato ad una lampadina a led, alimentata da una batteria ricaricabile. Ed è trasportabile dovunque ne abbiate bisogno.”
La sensibilità italiana nei confronti del risparmio energetico vede protagonista la compagnia Dyamic Architecture, che ha proposto un grattacielo rivoluzionario in grado di produrre energia elettrica per sè e per altri cinque edifici simili. L’energia è prodotta da turbine a vento poste tra ogni piano: 58 turbine per 59 piani. Il profilo dell’edificio cambia costantemente perchè ogni piano ruota separatamente.
Se il design degli anni Settanta era fortemente polemico contro i valori dominanti e le ideologie correnti, negli anni Novanta c’è stato un mutamento di rotta verso il design concettuale che ha favorito la nascita di prodotti “difficili” e non commerciali. Oggi è sempre più pressante il bisogno di fondere estetica e funzionalità nel rispetto delle risorse naturali, che non sono infinite. Per un consumo responsabile l’impegno di ciascun individuo fa quindi da propulsore per una presa di coscienza collettiva.
“La natura era prima che la città fosse. La città l’ha scacciata […] ha innalzato, a venti metri, uno di fronte all’altro, gli schermi delle sue case. Erano rimasti degli alberi, dei prati. Ci si è costruito sopra. Bisogna riconquistare gli orizzonti. Bisogna piantare di nuovo gli alberi.” (Le Corbusier, La casa degli uomini).
gabriella grea
mostra visitata il 25 luglio 2007
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