La collaborazione italo-croata – realizzata con il sostegno dell’Associazione degli Artisti Croati (Hdlu Zagreb) e la partecipazione dei galleristi Federico Bianchi e Federico Luger, oltre all’accoppiata curatoriale composta da Branka Benčić e Lorena Tadorni – in quel di Zagabria ha dato vita a un lavoro interessante. Soprattutto, è un debutto assoluto della nuova generazione di artisti italiani nel panorama croato.
Le opere in mostra, valorizzate da un allestimento attento e da uno spazio che si sviluppa su tre livelli, propongono allo spettatore l’esperienza di una temporalità liquida e di una spazialità indefinita. Spazio e tempo si annullano in una dimensione altra che recupera fuggevoli dettagli, emotività segrete, tracce evanescenti, indizi di eventi drammatici e suggestioni intime.
Tappeto prosegue idealmente l’installazione realizzata da
Igor Eškinja a Fiume. Nella fotografia, il tappeto di polvere è simbolo di una stratificazione temporale che traduce una stratificazione dell’anima. Il video
Waiting for the early bus di
Botto&Bruno riprende una donna e una ragazzina in attesa di un bus. L’inquadratura stretta sulle due donne rende identificabile il luogo con una qualsiasi periferia del mondo. Impronte e pressioni di un corpo assente rappresentano gli indizi un’attesa più intima nelle sei fotografie di
Olja Stipanović (
Bedtime).
Secret Strike – Tate Modern di
Alicia Framis propone una vivida rappresentazione di una dilatazione spazio-temporale in un video inserito in un ciclo di opere sul mondo del lavoro. Ideale botta e risposta sulle istituzioni dell’arte – sottolineato dall’allestimento – quello tra l’opera di Framis e di
Robert Sošić:
Sleeper raffigura l’artista addormentato sotto due celebri dipinti del passato. L’arte moderna è noiosa? O forse rassicurante? Due video affiancati proiettano
Support di
Margot Quan Knight. Un doloroso confronto fra uomo e donna, angosciosa attesa di un evento indefinito.
Delicato il video
L’importanza di una piuma di
Felipe Aguila, in cui alla grandiosità del Pantheon si contrappone la fragilità di una piuma che cade dall’alto. La curiosità dei turisti è catturata dalla piuma o dalle volute della cupola? L’installazione di
Isola&Norzi,
Preghiera, richiama invece la cella di un carcere: una piccola finestrella le cui sbarre sono dei ceri. Uno è acceso, lentamente si scioglie e sgrana il tempo di un vago attendere.
Registro decisamente piĂą ironico nelle opere di
Sugarbabe e
Magda Tóthóva. Una donna che aspetta (cosa? chi?) è il soggetto di
Miss Cencetti waiting della prima, mentre la seconda nel video
In the eye of the cyclone presenta figurine in cera che scivolano in una temporalità incerta, segnata dall’attesa e dal verificarsi di un avvenimento drammatico: l’arrivo di un ciclone.
Anche il lavoro di
Flavio Favelli e
Gianluca Mattei,
Giardini Saliceto, mette in scena un evento perturbatore indefinito e appena suggerito: il disastro di Ustica.