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23
settembre 2009
fino all’11.X.2009 Alberto Giacometti Basel, Fondazione Beyeler
around
La figura dell'uomo trema e danza, come le curve di un'ombra. La potenza della scultura e l'incisività dei dipinti testimoniano del suo passaggio nell'arte. Centocinquanta opere raccontano di un'umanità superstite e silenziosa...
di Ginevra Bria
Appuntamento immancabile durante i giorni di ArtBasel, la
visita alla Fondazione Beyeler quest’anno regala una della più significative
rassegne incentrate sulla figura di Alberto Giacometti (Stampa, 1901 – Coira, 1966).
Insieme alle circa 150 opere esposte, rappresentative di
tutte le fasi della produzione dell’artista, vengono anche esibiti lavori di
altri membri della famiglia Giacometti, parenti estremamente attivi nel campo
dell’arte. Sculture, disegni, dipinti
e alcuni oggetti di design sono solo un campione rispetto all’intera collezione di
Ernst e Hildy Beyeler, i quali possono vantare alcuni lavori esemplari come l’ensemble
per la Chase Manhattan Plaza (1960), che comprende la nota scultura L’homme
qui marche.
La mostra, architettata con rigore, stupisce per la qualità
con la quale suddivide e segna i diversi passaggi di Giacometti nel mondo dell’arte. Attraverso le
opere, centrate con sapienza nelle sale, si riscoprono rapporti tra i diversi
membri della famiglia e la loro artigianale concezione dell’arte.
Esemplare, per il giovane Alberto, fu Giovanni
Giacometti che, a
contatto con la scena artistica svizzera d’inizio secolo, lo incoraggiò e influenzò
in qualità di padre/maestro. Augusto Giacometti, invece,
pittore e cugino di secondo grado di Giovanni, mostra le proprie debolezze per
il dinamismo cromatico attraverso tele e ritratti dal sapore manierista. Diego, da parte sua, divenne non solo
il modello preferito, ma anche il più stretto collaboratore di Alberto, la
figura che maggiormente seguì le sue orme formali.
Nella pittura di Giovanni, e successivamente nei dipinti e
nelle opere plastiche di Alberto, s’incontrano la madre Annetta, sua sorella
Ottilia, il fratello più piccolo e architetto rinomato Bruno, il nipote Silvio
e infine Annette, la moglie dello stesso Alberto. Per Alberto, Augusto e Diego,
passare l’infanzia giocando nell’atelier del padre ha significato sviluppare
un’attitudine all’arte che, con gli anni, è cresciuta liberamente, diventando
tanto simulazione della vita quanto elemento ludico.
L’esperienza quotidiana della fusione bronzea e le
conseguenze nel reale create dalla trasformazione della materia hanno fatto
sperimentare ai Giacometti – attraverso la pittura, la scultura e il disegno –
un’incisività ritmica di spazio e tempo dell’uomo. Dimensioni mai più così
approfondite, perché, forse, concluse con il cognome Giacometti.
visita alla Fondazione Beyeler quest’anno regala una della più significative
rassegne incentrate sulla figura di Alberto Giacometti (Stampa, 1901 – Coira, 1966).
Insieme alle circa 150 opere esposte, rappresentative di
tutte le fasi della produzione dell’artista, vengono anche esibiti lavori di
altri membri della famiglia Giacometti, parenti estremamente attivi nel campo
dell’arte. Sculture, disegni, dipinti
e alcuni oggetti di design sono solo un campione rispetto all’intera collezione di
Ernst e Hildy Beyeler, i quali possono vantare alcuni lavori esemplari come l’ensemble
per la Chase Manhattan Plaza (1960), che comprende la nota scultura L’homme
qui marche.
La mostra, architettata con rigore, stupisce per la qualità
con la quale suddivide e segna i diversi passaggi di Giacometti nel mondo dell’arte. Attraverso le
opere, centrate con sapienza nelle sale, si riscoprono rapporti tra i diversi
membri della famiglia e la loro artigianale concezione dell’arte.
Esemplare, per il giovane Alberto, fu Giovanni
Giacometti che, a
contatto con la scena artistica svizzera d’inizio secolo, lo incoraggiò e influenzò
in qualità di padre/maestro. Augusto Giacometti, invece,
pittore e cugino di secondo grado di Giovanni, mostra le proprie debolezze per
il dinamismo cromatico attraverso tele e ritratti dal sapore manierista. Diego, da parte sua, divenne non solo
il modello preferito, ma anche il più stretto collaboratore di Alberto, la
figura che maggiormente seguì le sue orme formali.
Nella pittura di Giovanni, e successivamente nei dipinti e
nelle opere plastiche di Alberto, s’incontrano la madre Annetta, sua sorella
Ottilia, il fratello più piccolo e architetto rinomato Bruno, il nipote Silvio
e infine Annette, la moglie dello stesso Alberto. Per Alberto, Augusto e Diego,
passare l’infanzia giocando nell’atelier del padre ha significato sviluppare
un’attitudine all’arte che, con gli anni, è cresciuta liberamente, diventando
tanto simulazione della vita quanto elemento ludico.
L’esperienza quotidiana della fusione bronzea e le
conseguenze nel reale create dalla trasformazione della materia hanno fatto
sperimentare ai Giacometti – attraverso la pittura, la scultura e il disegno –
un’incisività ritmica di spazio e tempo dell’uomo. Dimensioni mai più così
approfondite, perché, forse, concluse con il cognome Giacometti.
articoli correlati
Giacometti
al Pompidou
ginevra bria
mostra visitata il 9 giugno 2009
dal 30 maggio all’undici ottobre 2009
Alberto Giacometti
a cura di Ulf Küster
Fondation Beyeler
Baselstrasse 101 – CH-4125 Riehen/Basel
Orario: tutti i giorni ore 10-18; il mercoledì fino alle 20
Ingresso: intero CHF 23; ridotti CHF 18/12/6
Catalogo Fondation Beyeler-Hatje Cantz, Basel-Ostfildern-Ruit
Info: tel. +41 0616459700; fax +41 0616459719; fondation@beyeler.com; www.beyeler.com
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