Strano ma vero: esistono ancora oggi maestri rinascimentali semisconosciuti. Strano ma altrettanto vero: tra quelli recentemente “riscoperti” dal grande pubblico britannico c’è il più notevole contemporaneo di
Albrecht DĂĽrer,
Lucas Cranach il Vecchio (Kronach, 1472 – Weimar, 1553). Frutto della collaborazione della Royal Academy of Arts con lo Städel Museum di Francoforte,
Cranach è la prima mostra importante in Gran Bretagna dedicata a questo protagonista del Rinascimento d’Oltralpe.
Nato da una famiglia di pittori, Lucas Cranach prese il suo nome dalla sua città d’origine in Alta Franconia, dominata dal vecchio castello che tanto spesso ritorna nel paesaggio di sfondo dei suoi quadri. Se la causa della cesura nello stile di Dürer furono i due tour in Italia, per Cranach fu fondamentale il viaggio a Vienna nel 1502-04. Da lì tornò con uno stile gravido di un vigoroso espressionismo, riscontrabile in mostra nel
Martirio di Santa Caterina (1506). Ma il grande evento della sua vita e della carriera fu la chiamata alla corte dell’elettore di Sassonia, Federico il Saggio, a Wittenberg nel 1504. Per quasi cinquant’anni, Cranach ritrae i principi di Sassonia, riprendendo elementi decorativi tipici di Dürer, che però imbeve del suo personalissimo vigore stilistico. Dalle piume degli elmi alle foglie degli alberi, dai capelli dei santi alla rigogliosa vegetazione che li circonda, tutto concorre a creare un effetto grafico affascinante e splendidamente vitale.
A Wittenberg, uno dei maggiori centri della Riforma Protestante, Cranach incontra Martin Lutero, di cui diventa amico e che ritrae in numerose occasioni.
Tuttavia, questo legame non impedì a Cranach di continuare a lavorare per committenti cattolici come il cardinale Alberto di Brandeburgo, acceso avversario politico di Lutero e ritratto nei panni di
San Gerolamo. Così come il suo personale coinvolgimento nei fatti della Riforma non gli impedì di continuare a dipingere numerosi soggetti cattolici anche dopo il 1520.
Come molti artisti del Rinascimento tedesco, anche Cranach fu fortemente influenzato dalle stampe di Dürer. Ma nell’opera di Cranach il tema del nudo mitologico si sviluppa in modo anti-classico, lontano dai modelli presenti in Dürer. Basti guardare la piccola
Venere (1529) in mostra a Londra, seducente Lolita vestita solo con qualche gioiello e un velo trasparente. Le sue forme quasi fanciullesche suggeriscono un ritorno alla grazia cortese del gotico internazionale, che ben si accorda con i giocosi nudi maschili del capolavoro che le sta a fianco,
L’eta dell’oro (1530).
La ricerca della sottile linea di confine tra innocenza e seduzione porta Cranach a prediligere temi che incarnano questa sua continua ricerca. Sfrontati all’apparenza (tanto da spingere Transport for London, la società che gestisce la metropolitana di Londra, a proibire il poster pubblicitario della Royal Academy nelle stazioni dell’Undergrond), i nudi di Cranach possiedono di fatto un forte contenuto morale, anche se guardando
Venere e Amore con un favo di miele (1531 ca.) non si direbbe. La mano appoggiata al tronco di un rigoglioso albero, Venere è qui un’elegante cortigiana vestita solo un largo cappello rosso e di una grossa catena d’oro. Sul tronco, un’iscrizione mette in guardia dai pericoli della lussuria, portatrice di dolore e tristezza.
Se ciò non fosse sufficiente a rendere chiaro il messaggio, uno sguardo al sofferente Cupido coperto di api -il favo rubato ancora tra le mani- conferma il rischio che si corre a inseguire i piaceri transitori. Ne sanno qualcosa i creatori di
Desperate Housewives, che hanno scelto proprio l’
Adamo ed Eva di Cranach per la sigla iniziale della fortunatissima serie.