Categorie: around

fino all’8.X.2006 | Meret Oppenheim | Berna, Kunstmuseum

di - 27 Giugno 2006

Una tazza ricoperta di pelo, con tanto di cucchiaino: sintesi di sensazioni tattili e visive, ribaltamento delle consuetudini più scontate. La Fur cup, firmata da Meret Oppenheim nel 1936, fu immediatamente acquistata dal MoMA di New York, divenendo uno dei simboli del Surrealismo. E intrappolando l’immagine dell’artista dentro di sé.
La varia e complessa ricerca che ha seguito l’esordio eclatante è rimasta sconosciuta ai più e la Oppenheim è stata al centro della cronaca soprattutto in virtù della sua vita privata. Spregiudicata nelle relazioni e nei comportamenti, veniva riconosciuta come l’incarnazione dei valori surrealisti, senza che questo contribuisse a creare interesse verso la sua opera.
La retrospettiva di Berna ripercorre, al contrario di quanto usualmente accade, le linee dell’attività artistica di Meret Oppenheim, ponendo in secondo piano gli aspetti biografici. Il museo conserva gli archivi privati dell’artista e una ricchissima collezione di opere, costituendo così il punto di riferimento privilegiato per l’approfondimento della sua produzione e del suo linguaggio.
L’alta qualità del risultato va certamente fatta risalire alla serietà dello studio storico-artistico che sottende, reso possibile dalla disponibilità delle fonti documentarie. I criteri espositivi combinano l’approccio diacronico e quello tematico.
Meret Oppenheim, Fur cup, 1936, tazza, piatto e cucchiaino in porcellana rivestiti di pelo, diametro tazza 11 cm, MoMA, New York
I primi lavori sono presentati in un’unica sala, per testimoniare la fase iniziale, in cui alla ricerca di un’identità linguistica corrispondeva quella di un’identità personale: in un autoritratto del ‘33 l’artista si presenta con tratti poco caratterizzati, restituendo un volto dall’età e dal sesso indeterminabile. La seconda sala è incentrata sulla Fur cup e sui ready made realizzati a Parigi nella seconda metà degli anni Trenta, che dettero il via alla sua notorietà.
Tra le varie opere, spicca My nurse (1936), in cui due scarpe bianche legate all’altezza dei tacchi e presentate su un piatto d’argento mimano l’aspetto di un pollo arrosto. Le sale successive risultano ordinate per temi, su cui la Oppenheim tornò più volte nel corso della sua vita: Streghe, spiriti e metamorei, Maschere e travestimenti, Serpenti, viti e spirali, Sogni e metamorfosi, Stelle e pianeti, Nuvole e nebbie, Genoveva e la sua eco, Giochi ed umorismo. Oppenhei m affronta i soggetti delle sue opere sottintendendo quasi costantemente la memoria delle tesi psicanalitiche di Jung; la professione del padre, psicologo jungiano, e la passione surrealista per le associazioni di idee inconsce rafforzarono certamente la propensione dell’artista ad autoanalizzarsi. Consapevole del significato di simboli come il serpente, che incarna il potere creativo e rappresenta l’unione tra l’individuo e l’universo, o delle stelle e dei pianeti, spunto per voli fantastici, Meret Oppenheim li propone reiteratamente, utilizzando tecniche e forme diverse.
Meret Oppenheim, Das Leiden der Genoveva, 1939, olio su tela, 49,4 x 71,5 cm, Kunstmuseum Bern
La storia romantica di Genoveva von Brabant, condannata a vagare nei boschi sola e indifesa per aver commesso adulterio, fu il soggetto di numerose tele dal 1939 al 1971. In Das Leiden der Genoveva (1939), la codificazione abbreviata dei corpi e le luci notturne ammantano il volo della fanciulla sul paesaggio di un registro da leggenda. Eppure la sua storia appariva paradigmatica all’artista, simbolo della sofferenza e dell’indifferenza destinate alle donne che trasgrediscono le convenzioni.

silvia bottinelli
mostra visitata il 16 giugno 2006


Meret Oppenheim- Retrospektive. Mit ganz enorm wenig viel
A cura di Therese Bhattacharya-Stettler
Dal 2 giugno all’8 ottobre 2006
Kunstmuseum, Holderstr. 8-12, 3000 Berna 7, Svizzera
Aperto dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 17, il martedì dalle 10 alle 21, chiuso il lunedì. Tour guidati: martedì alle 19 e domenica alle 11.
Info: tel. 0041 31 328 0944 email: info@kunstmuseumbern.ch
www.kunstmuseumbern.ch
Catalogo: Hatje Cantz e Kunstmuseum Bern


[exibart]


Articoli recenti

  • Mostre

“Tutto Comincia Tardi”: il racconto della nuova mostra a Universo Factory

Universo Factory a Vittorio Veneto ospita le opere delle artiste Laura Vendramin ed Emma Galanti in un’esposizione che intreccia pittura…

14 Luglio 2025 0:02
  • Arte contemporanea

Skira pubblica il catalogo ragionato dell’opera pittorica di Schifano

Oltre quattordici anni di lavoro dell’Archivio Schifano, e adesso il primo catalogo generale dedicato al maestro (riconosciuto dagli eredi e…

13 Luglio 2025 21:37
  • Fotografia

Oltre il reportage: Francesco Jodice racconta l’anima dell’Oasi Zegna attraverso una rilettura poetica dei luoghi

Boschi, fabbriche, persone: in provincia di Biella una mostra tra arte, memoria e futuro, dove il paesaggio si fa strumento…

13 Luglio 2025 16:00
  • Arte contemporanea

Grid: a Milano la mostra che si sviluppa sul ripiano di una libreria

Una libreria, la griglia di Jonathan Monk e tre amici dalle sensibilità artistiche affini. Nasce da qui il progetto pensato…

13 Luglio 2025 15:00
  • Arte e impresa

Come le aziende collaborano con gli artisti: Corraini e l’editoria artistica oggi

L’incontro tra il mondo dell’arte e quello delle aziende può condurre a nuove visioni, scambi di conoscenze e oggetti inediti,…

13 Luglio 2025 12:30
  • Fotografia

Other Identity #167, altre forme di identità culturali e pubbliche: Salvatore Griffini

Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…

13 Luglio 2025 10:49