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Galleria per errore
around
Una finta galleria emigra da New York alla Tate Gallery. Dopo aver appeso galleristi al muro o averli fatti saltellare in improbabili costumi, Maurizio Cattelan passa ad una strategia più misurata. Ma non meno efficace. La Wrong Gallery sbarca a Londra...
Sfrattata dal suo sito originario a Chelsea, New York, dove ha trovato spazio per oltre tre anni, la Wrong Gallery si è trasferita al terzo piano della Tate Modern. In occasione del primo riallestimento dall’apertura, nel 2001, il grande museo londinese ha dato asilo alla fortunata invenzione di Maurizio Cattelan, Massimiliano Gioni e Ali Subotnick, che continuerà a essere curata dal collaudato terzetto, cui si deve anche l’organizzazione della recente Biennale di Berlino.
E così, quello che era di fatto uno spazio espositivo ridotto a porta, letteralmente vetrina per gli artisti che ha ospitato (circa 40 dal 2002), è divenuta paradossalmente una porta esterna esposta dentro un museo. Ma se nel contesto urbano del numero 516 A ½ della Ventesima Strada la Wrong Gallery non era in fondo niente più che una vetrina, parassita delle pareti dell’Andrew Kreps Gallery, con il suo ingresso alla Tate il gioco dei livelli si complica.
Da una parte, infatti, questa porta vetrata diventa la cornice dell’opera d’arte esposta dietro di essa, dall’altra essa resta pur sempre una presunta galleria privata che permette a un artista che ne non avrebbe altrimenti la possibilità di accedere alla Tate. Esplicitando il ruolo di filtro svolto dalle gallerie, e dai galleristi, nei confronti dei musei.
Ad agire in questa direzione è tanto la scritta The Wrong Gallery, ben evidente come un marchio stampato sopra l’opera d’arte esposta (ma qual è l’opera?), quanto il fatto che a fianco a essa siano presenti ben due wall paper, e il primo dall’alto non riporti il nome dell’artista presentato, bensì quello di Cattelan, Gioni e Subotnick. Ad esasperare in tal modo il processo di sempre maggior visibilità assunto nel mondo dell’arte dai curatori, oramai spesso le superstar delle mostre.
Al momento (la Wrong Gallery dovrebbe essere riallestita ogni due mesi) dietro alla vetrata è esposta un’opera di Dorothy Iannone (Boston 1933, vive a Berlino), un’artista in passato spesso censurata a causa del contenuto erotico del suo lavoro. Se il gioco delle stratificazioni non fosse già abbastanza complesso, la Iannone espone un video del 1975, I Was Thinking of You, un primissimo piano del suo volto mentre si masturba, inserito dentro una cornice dipinta con un fitto intreccio di decorazioni orientaleggianti e coloratissime. Nell’orgasm box (contemporaneo) in cui è incastonato il video, la scena autoerotica diventa parte di un gioco a due, immagine contestualizzata dal titolo come visualizzazione del pensiero della Iannone.
Con la Wrong Gallery ancora una volta Cattelan, ben consapevole delle regole dell’arte, porta la critica all’istituzione museale e al sistema dell’arte dentro il museo stesso, e in questo caso lo fa con grande sottigliezza.
Dopo aver fatto indossare al gallerista parigino Emmanuel Perrotin un costume di gommapiuma da fallo con orecchie da coniglio e aver sollevato e attaccato al muro con lo scotch il dealer milanese Massimo De Carlo, l’artista-curatore padovano, grazie al potere acquisito negli ultimi anni, continua a farsi burla di musei e gallerie dal loro interno, decostruendo il sistema di mediazione rappresentato da curatori e galleristi.
Il paradosso è qui rafforzato dal fatto che la Wrong Gallery sia situata entro un museo che, dopo aver rivoluzionato nel 2001 i criteri espositivi classici con una collezione permanente esposta per temi, sta al momento riallestendo le sue sale all’insegna di un ritorno al classico percorso per movimenti artistici.
Non ci si può non chiedere se, oltre a sfruttare la notorietà di Cattelan, l’istituzione sia davvero pronta a raccogliere in maniera produttiva l’attacco sferratogli.
valentina ballardini
mostra visitata l’8 maggio 2006
The Wrong Gallery – Tate Modern Collection, riallestimento
Londra, Tate Modern (Bankside)
orario di visita: domenica-giovedì, 10.00-18.00; venersì e sabato 10.00-22.00
ingresso libero – per informazioni: www.tate.org.uk/modern
[exibart]
Dear Mr. Cattelan,
I think it’s enough.
L.S.
dai basta sputtanarci Cattelan, su smettila di fare il bambino ribelle che non sta alle regole e un secondo dopo è lì che ci adula agognando un tetto, sei piu’ appiccicoso di un parassita, ma ti vedi allo specchio? Hai 45 anni, sei già VECCHIO e pieno di rughe e ancora fai sti giochetti demenziali, BASTA!!!!! CI SIAMO ROTTI!!!!!! RAUS!!!!!!!!
‘Non ci si può non chiedere se, oltre a sfruttare la notorietà di Cattelan, l’istituzione sia davvero pronta a raccogliere in maniera produttiva l’attacco sferratogli.’
a me sembra che l’unico a sfruttare (strano non è mai successo) sia Cattelan, ma quale attacco poi? casomai è la solita figura stereotipata che fanno gli italiani all’estero: scrocconi e servili (tralascio il mafiosi che è troppo inflazionato). Poi Cattelan sfotte per anni i galleristi per diventare alla fine uno di loro? ah beh certo alle stronzate non cè mai limite, è questa la sua filosofia no?
ma di cosa vi preoccupate, la storia dell’arte è lunga, non si esaurisce oggi…i buffoni di corte sono sempre esistiti, ma poi sono stati anche dimenticati…ma secondo voi di chi studieranno le gesta nelle accademie, di cattelan o di gino de dominicis?
le aste televisive sono piene di faccincani,
kounellis, zorio , arriverà anche cattellan…
e vanna marchi andra al moma.e moggi curera la biennale.
…mi viene in mente la storia di un certo kurt cobain, che dopo essere diventato quello che più odiava, si sparò un colpo di fucile in bocca.