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london eye #3 A Nord tutto scorre
around
Tre belle mostre cuciono primavera ed estate, marcando di segni i loro stessi perimetri, nascondendoli dietro colori di carta velina o inscenando suicidi. Le accomuna ciò che resta dell’esperienza umana. Variamente interpretato...
Mostra incantevole e discreta che mette in scena un
interno nabis scarnificato, come se si fosse lavato con il più perfido dei
corrosivi un salotto di Edouard Vuillard. Complementari ma indipendenti, le opere delineano
un percorso di instabilità emotiva che mette a nudo il peso indelebile del
passato, qualsiasi forma esso prenda. Oltre al fascino dei singoli pezzi,
preziosi e timidi, basati su una tavolozza non pallida ma disillusa (Cursty e Jesper w), la mappatura di macchie che
tutto tocca nasconde qualcosa di epidermico e lunare, non di giustapposto o
corrotto, ma inevitabile. La visita è caldamente raccomandata, così come la
lettura del bel testo critico di Jonathan Griffin, puramente interpretativo.
LAURA BARTLETT – FRANCESCO BAROCCO
Prima personale londinese dell’artista di Torino. Francesco
Barocco presenta
una serie di lavori pensierosi e letteralmente incartati su se stessi. Se Reynolds toglie, Barocco vela. E velando scopre. La
ieraticità impenetrabile dell’antico – soggetto caro e pregno di quella
flessibilità che solo la mancanza assoluta di mutamenti paradossalmente può
garantire – è delicatamente offuscata da nebbie di colori non compatti, ma
sufficienti per impedirne una lettura aperta. Le sette ripetizioni di divinità
indiana su piedistalli cavi e aerei (Untitled) questo sono: interruzioni di
lettura. Diversamente legge l’opera l’apparato critico, corposo, che accompagna
la mostra e che vede nell’oggetto il mezzo di Barocco. Vero, sì, ma è pur
sempre un mezzo filtrato e schermato dal susseguirsi di stati d’animo fumosi e
inafferrabili. Come veder pregare Perelà genuflesso di fronte al Sacro Monte di Varallo.
NETTIE HORN – MARKO MÄETAMM
Anche in questo caso, prima personale in terra britannica
di un artista estero. L’estone Marko Mäetamm, già alla Biennale di Venezia del
2007, presenta una mostra che colpisce nel complesso ma non graffia se
scomposta e intesa come somma delle parti. Il personale è scandagliato come
chiave di lettura dei tormenti più profondi, innegabile approccio, soprattutto
nell’analisi dei rapporti familiari e della vita coniugale. Forte il tema e
narrativo, vagamente scontati alcuni disegni, mentre splendide e
misticheggianti le foto. La mostra va vista, perché ha il pregio rarissimo di
far uscire dalla galleria con qualche pensiero in testa.
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silvia colaiacomo
mostre visitate dal 17 al 21 aprile 2010
dal 22 aprile al 22 maggio 2010
Audrey Reynolds
Arcade Fine Arts
87 Lever Street – EC1V 3RA London
Info: www.arcadefinearts.com
dal 10 aprile al 22
maggio 2010
Francesco Barocco
Laura Bartlett Gallery
10 Northington Street – WC1N 2JG London
Info:
www.laurabartlettgallery.co.uk
Dal 2 aprile al 2 maggio 2010
Marko
Mäetamm
Nettie Horn
25b Vyner Street – E2 9DG London
Info: www.nettiehorn.com
[exibart]
Sono uscito ora dalla mostra di barocco, e non e’ male. In questa fase sembra molto più efficace rimanere nel quadro piuttosto che abbandonarsi ad una facile ikea evoluta. In ogni caso vedo in questi giovani un senso di rassegnazione atta a rivitalizzare un certo poverismo. Penso si possa fare molto di più.
Forse c’è proprio un problema di critici e curatori che mirano a fare gli artisti senza pero’ esserlo. C’è un impasse autoriale abbandonato ad un certo relativismo amaro.
Più sara’ difficile e più saremo diabolici. Siete tutti avvisati.
Luca Rossi, ma sei sempre in giro? Hai anche tu una genitori foundation alle spalle?
No, sono un dipendente statale, faccio lo 007 dello stato. Ma quello di londra non ero io, era un altro luca rossi, che in questa caso condivido.
si certo; due luca rossi in uno.