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Nel Canton Vallese la Città di Martigny e la Fondazione Pier Gianadda fino al 20 novembre 2016 presentano: “Picasso. L’œuvre ultime Hommage à Jacqueline”. La mostra è da vedere, splendidamente racchiusa in una frase che proprio Picasso nel 1966 disse alla scrittrice francese Hélène Parmelin “Lei (Jacqueline) ha il dono di diventare pittura a un grado inimmaginabile”.
Un inno all’amore, una carrellata fra opere degli ultimi vent’anni dell’artista spagnolo di fama mondiale. Dunque un Pablo Ruiz y Picasso (1881-1973) più intimo, inedito, ispirato dalla sua Jacqueline, incontrata nel 1952 e sposata nel 1961, prima compagna e musa di una vita. Nel solo anno 1963 figura 160 volte nella sua produzione. La Fondazione espone più di un centinaio di grandi pezzi provenienti dalla collezione di famiglia, accanto a importanti collezioni pubbliche e privare che riflettono la diversità e l’importanza della produzione degli ultimi tempi. Il percorso è cronologico e tematico: pittura, incisione, scultura, ceramica.
Picasso e la pittura. Va oltre il ritratto, le opere qui parlano della personalità della donna, della sua anima, a volte rappresentata con un profilo ieratico, a volte nella sua bellezza più classica. Con l’incisione vengono alla luce nudi o figure mitologiche trattati con l’acquaforte, la litografia, la linoleografia. Poi c’è Picasso e la scultura. Il compito di sottolineare l’ambiguità degli oggetti è tutta qui. Nelle ultime opere si vede l’audacia creativa del Maestro con lo sviluppo di sculture in fogli piegati e pitturati. Forse le opere più sorprendenti degli ultimi anni di vita. Infine, Picasso e la ceramica. Con la sua prodigiosa immaginazione creativa, se ne appropria e la sconvolge. Anche questa vocazione è straordinariamente documentata.
Protagonista è ancora una donna in un’altra mostra di fine estate, sempre in Svizzera, questa volta al Kunstmuseum di Lucerna, “Sonja Sekula, Max Ernst, Jackson Pollock & Friends” fino al 25 settembre 2016. “New York ha rubato l’idea di arte moderna a Parigi intorno al 1945?” Questo si chiede la mostra che indaga, in particolare, la personalità discussa, controversa, difficile e affascinate di Sonja Sekula (1918-1963) artista svizzera morta prematuramente suicida. Con i suoi genitori, nell’estate del 1936 da Lucerna emigra a New York. Qui la giovane Sonja fa amicizia con i più grandi artisti del periodo, “Friends” che ne influenzano l’arte e ne catturano l’attenzione. André Breton, Max Ernst e Jackson Pollock, la New York d’avanguardia si ritrova tutta qui, a Lucerna, insieme alle opere di Sonja Sekula. Oggi dopo anni di silenzio, il giusto omaggio a un talento meno celebre rispetto ai suoi ex compagni surrealisti: il suo lavoro spesso spezzato a causa dei tanti ricoveri per malattie mentali, ma anche grandi momenti di felicità,tutto raccontato nelle sue opere.
Federica Arpesani
Fondation Pierre Gianadda
Rue du Forum 59
1920 Martigny (Suisse)
Tel: +41 (0) 27 722 39 78
info@gianadda.ch
http://www.gianadda.ch/
18 giugno – 20 novembre 2016
Kunstmuseum Luzern
Europaplatz 1
6002 Luzern
Tel. +41(0) 41 226 78 00
info@kunstmuseumluzern.ch
http://www.kunstmuseumluzern.ch/
11 giugno – 25 settembre 2016