“Per le possibilità offerte dal luogo”, spiega Fortuna, “ho pensato
di convertire l’interno in esterno, rovesciando lo spazio e prefigurandolo come
una grande piazza”.
Eccoci allora tuffati in un ambiente immersivo, un palcoscenico per
rappresentare la distanza metaforica tra ognuno di noi, territorio che “si
lascia attraversare da una porzione d’infinito, ci tiene lontani quindi ci
distingue, ma si offre anche alla nostra comune condivisione”.
Di fatto, fulcro di Glory, progetto itinerante che prevede
la realizzazione di mostre in diversi Paesi e contesti, è l’idea scaturita da
un ampio disegno teorico dell’artista: una comunità, al di là di etnicità e
ideologia, si può individuare nella collettiva fruizione di un luogo dove “la singolarità dell’individuo
si specchia nella molteplicità di tutti… gli uni accanto agli altri senza un
obiettivo dichiarato”.
Dopo un lavoro di ricerca e interazione con gruppi
rappresentativi del corpo sociale, Fortuna ha raccolto immagini, foto,
documenti. Tutti materiali in cui vengono celati istanti del quotidiano ma
anche sogni: quella dimensione interiore dove riposano idee ed emozioni,
visioni e percezioni. L’artista li ha stampati uno sull’altro, su pellicole
arrotolate; poi, attorno a cilindri (richiamano l’arcaico rotolo/volumen). Questi sono alloggiati nello
spazio organizzato come sostegni di reperti vivi, coro muto di testimonianze
effimere e al tempo stesso eterne.
Dialogano con grandi elementi volumetrici, formati da
migliaia di lastre di cartone, sospesi a varie altezze o poggiati per terra
lungo il perimetro della Tram 2. Si protendono verso il nucleo centrale del
sito come escrescenze che sembrano “ispessire la pelle delle pareti” e divengono, parte integrante di
un volume unico e aperto.
A livello spaziale, l’installazione prende forma come
heideggeriana “contesa” tra ciò che unisce e separa, tra interno e esterno, tra
pieno e vuoto. Allo stesso modo è percepibile, a livello temporale, la tensione
dell’attimo presente che unisce e separa passato e futuro.
La stratificazione a vista del cartone, fattore mnemonico,
disegno ideale, dettaglio che crea “una vertigine, scava e svuota il senso”, ha la capacità di trasformare “la
leggerezza e l’inconsistenza in qualcosa di persistente e voluminoso”. Nell’epifania del non-nulla si
offre un’insolita prospettiva di distacco, che permette di vedere l’opera nella
sua totalità.
È proprio nelle zone dell’inconsistenza, apparentemente
residuali, che – secondo l’artista – si aprono scenari quasi mistici, remoti e
non facilmente riconoscibili. Dove “il nulla è scandalo e gloria”.
Con
Stefano Bonacci a Sarzana
lori adragna
mostra visitata il 29 agosto 2010
dal 28 agosto al 12 settembre 2010
Pietro Fortuna – Glory
Tramway
25, Albert Drive – G41 2PE Glasgow
Info: tel. +44 1412760950; fax +44 1412760954; info@tramway.org; www.tramway.org
[exibart]
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