Vienna. Sede storica della Wiener Secession, ore 17 di lunedì 26 febbraio. Inizia puntualissima la conferenza stampa che ha per oggetto la presentazione del n.1 del documenta magazine, ovvero il primo atto di una rivista cartacea programmata in tre sole uscite per accompagnare il pubblico dell’arte verso uno degli eventi internazionali più attesi di questo 2007, la documenta 12 di Kassel, in Germania. Sala gremita e occhi puntati tutti su di lui, il quarantacinquenne Roger Martin Buergel, direttore artistico della manifestazione, al cui fianco siede Georg Schöllhammer direttore del magazine.
C’è senz’altro qualcosa di personale nel fatto che Buergel abbia scelto Vienna come primo autentico approccio alla manifestazione di Kassel. Una sorta di duratura affinità elettiva, in virtù della quale da giovane lui, berlinese, scelse la capitale austriaca per compiere i suoi studi di storia dell’arte: una scelta motivata probabilmente dall’interesse per quella tipica tradizione formalista che connota la scuola viennese. Ma non finì lì. A Vienna trovò molto di più di una laurea, trovò praticamente tutto, mettendovi su casa e famiglia. Ruth Noack, la moglie, è ora curatrice di questa documenta.
Avere in mano la direzione artistica di una manifestazione c
documenta 12 magazine si incentra sul contributo di novantacinque giornali (per l’Italia Domus e Neural), molti dei quali diffusi nella periferia del globo. Un progetto nato un anno e mezzo fa, a cui sono seguiti incontri e dibattiti svoltisi ai quattro angoli della terra. In definitiva la rivista è una raccolta selezionatissima di articoli paradigmatici, editi da pubblicazioni che spesso risultano sconosciute ma ugualmente attendibili, nonché notevoli sul piano dell’impegno culturale. Tutto un apparato di acquisizione, insomma, al fine di creare un network che faccia da motore di ricerca adatto a far emergere anche dalle periferie quelle storie dell’arte mai arrivate alla superfice della storiografia. È possibile? Qualche dubbio viene. Visto così è un impegno giocato sul metodo che può originare incertezze, causare malintesi.
Modernity? è il leitmotif (sic!), cioè il titolo tematico e problematico di questo primo numero. Una modernità che non si sa dove comincia né dove finisce: una modernità dislocata forse nella geografia dei luoghi e delle culture o forse in quella delle menti. Un interrogativo che prende subito una certa piega quando poi ci si chiede: è capace l’umanità, al di là di ogni localismo, di riconoscere un orizzonte comune?. Per porsi successivamente la questione cruciale: è, l’arte, un medium di questo
E, ovviamente, non è che l’inizio perchè il n.2 del magazine avrà come filo conduttore una struttura teoretica suggerita da una riflessione del filosofo Walter Benjamin: la vita pura (Life). Ossia: se si sottrae tutto quello che non è essenziale alla vita, cosa costituisce la vita? Fino a chiedersi: l’arte ci aiuta ad arrivare al Wesentliche (in tedesco, ciò che caratterizza l’essenza)? Tema del magazine n.3 sarà infine Education, costituito da una selezione di articoli sulla questione: cosa dobbiamo imparare per rispondere intellettualmente e sentimentalmente alla globalizzazione?
Stando così le cose, e poichè il direttore artistico tiene a precisare che documenta magazine è in realtà parte integrante della Documenta 12 e che la mostra rispecchierà, sia sul piano metodologico che enunciativo, il contenuto di questo magazine –d’ora in poi disponibile al pubblico– c’è da chiedersi se il grande evento che tutti attendono per il 16 giugno a Kassel non abbia già avuto inizio a Vienna il 26 febbraio scorso.
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