Il grande capannone che ospiterà la fiera aprirà i battenti dopo un lungo periodo di preparativi e suspense. L’assaggio di cui s’è potuto godere finora proviene dallo
Sculpture Park, a pochi passi dalla fiera stessa. Si tratta di nove grandi sculture, per la maggior parte realizzate appositamente da giovani artisti. Ma ci sono anche nomi celeberrimi, come quelli di
Claes Oldenburg e
Coosje van Bruggen, che espongono
French Horns, Unwound and Entwined (2005), due giganteschi corni francesi, d’un giallo vivissimo, virtualmente svolti dagli artisti e rintrecciati fra loro. Mentre
Christian Jankowski partecipa con tre bronzee
Living Sculpture (2007), che rappresentano artisti di strada ad altezza naturale, a loro volta calati nei panni altri personaggi, ossia
Caesar,
El Che e
Dalí Woman.
Fra le opere commissionate, l’interesse maggiore è suscitato dalle installazioni di
Richard Prince, e in particolare dalla Dodge Challenger, anch’essa gialla, che troneggia su un enorme piedistallo girevole. Un simbolo contrastante di lode e critica nei confronti dell’arte (e) del commercio, che si propone di giocare con l’idea e le fantasie relative al movimento e al viaggio. Tra i favoriti del curatore Neville Wakefield,
Gianni Motti e il suo
Pre-emptive Act, una risposta umanistica alla proliferazione del terrorismo: due perfomer-poliziotti cercheranno di mantenere il proprio equilibrio interiore praticando lo yoga.
Mario Garcia Torres, recente vincitore del Cartier Award, nell’ambito della conferenza
I Am Not a Flopper Or… ricostruirà la carriera di
Allen Smithee, il John Doe cinematografico, visto che lo pseudonimo raccoglie tutti registi “caduti” sotto i colpi della produzione e che nel tempo si sono sentiti costretti a non firmare più i propri lavori.
In Gran Bretagna questo è stato un anno cruciale per le vendite e gli scambi d’arte. Le ultime statistiche pubblicate da Hiscox hanno rivelato che il valore delle opere d’arte contemporanea è cresciuto del 55%, oltre il 10% in più rispetto alle opere d’arte moderna. In quest’ottica, la fiera è considerata come il coronamento di un momento dorato. Evento commerciale quindi, ma che non tralascerà le occasioni di incontro e confronto. A partire da una serie di conferenze durante i quali si discuterà dei confini dell’arte contemporanea (
Mass Forms for Private Consumption), del ruolo e delle nuove relazioni fra tutte le componenti coivolte nel processo artistico (Massimiliano Gioni presiederà il dibattito
The Museum: Institutions of Market or Measure?), con la partecipazione di critici e artisti come Dave Hickey,
Roni Horn e Thierry de Duve.
Se la fiera, che in pochi anni si è affermata come una fra le più importanti al mondo, è un evento da non mancare -sia per chi acquista che per quanti si devono limitare a guardare, desiderare e tenersi aggiornati-, il weekend londinese offre ben altro. Innanzitutto la grande retrospettiva di
Louise Borgeois alla Tate Modern, mentre il medesimo edificio, nello spazio della Turbine Hall, reca i segni del passaggio artistico di
Doris Salcedo. Alla Tate Britain, un’altra retrospettiva -calda dopo le dichiarazioni polemiche di alcuni vincitori- ripercorre la storia del Turner Prize. Ai talent scout si consiglia invece una visita alla Truman Brewery: vi troveranno venti nuovi talenti che la curatrice Rebecca Wilson è riuscita a pescare dalla Saatchi Online, la straordinaria e rivoluzionaria galleria di artisti emergenti del magnate della pubblicità.