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Youth Interactive Creative Studio Gallery | Santa Barbara

di - 19 Marzo 2015
A due ore di macchina, a nord di Los Angeles in California, c’è Santa Barbara, dove vivono molti attori e personaggi dello show business hollywoodiano, che la preferiscono  alla capitale del cinema per la sua bellezza e tranquillità.
Nella Funk Zone di Santa Barbara, un’area industriale parzialmente dismessa, dove la locale comunità artistica è andata vivere e che ha visto l’apertura di numerose gallerie, nell’autunno dello scorso anno è stato fondato lo “Youth Interactive Creative Studio”. Emanazione dell’organizzazione principale YI che offre opportunità professionali in vari campi a numerosi ragazzi, lo YI Creative Studio ha affittato uno  spazio, trasformandolo in laboratorio/galleria, dove attualmente una quindicina di ragazzi e ragazze così detti a rischio ed altrettanti provenienti dai corsi d’arte del Santa Barbara City College,  si incontrano per realizzare i loro lavori, discuterli, selezionarli, promuoverli, esporli e venderli. ‹‹È interessante vederli lavorare insieme – ci spiega Kathi Scarminach la Creative Studio Gallery Manager – si stimolano a vicenda a vantaggio della loro creatività››. Un centro di produzione artistica, ma anche la possibilità per questi ragazzi di imparare  un mestiere legato al sistema dell’arte che gli consenta un inserimento o reinserimento grazie alle loro capacità  lavorative.  Molti gli artisti ed esperti nei vari campi che mettono gratuitamente a disposizione dei ragazzi conoscenze e professionalità lavorando a fianco a fianco con loro, tanto che quasi ogni mese c’è nella galleria una mostra o l’inaugurazione di nuovo ‘muro’ nel quartiere.

La fondatrice di YI Nathalie Gensac ci racconta di aver voluto aprire  uno  spazio proprio qui: ‹‹Innanzitutto questo è diventato il polo artistico della città, ma anche perché la Funk Zone insieme con State Street, la strada principale della città, sono considerate le uniche zone neutrali dove le gang che vivono ad  est e quelle che vivono ad ovest possono ritrovarsi senza invadere i rispettivi territori››.
Numerose le tecniche usate da questi giovani artisti, dall’olio alle incisioni, dall’acrilico al disegno, non mancano certamente le bombolette per i murales e alcuni di loro si sono specializzati nei lavori a terra con i gessetti, come i nostri Madonnari.
Vendere le opere è un obiettivo importante per vari motivi: la gratificazione degli artisti, il contributo economico che va all’organizzazione, la possibilità per alcuni di loro di pagarsi le spese processuali. Ci sono delle regole ferree: l’artista  riceve il 70 per cento del valore della sua opera venduta, l’80 se l’ha venduta lui stesso, comunque il 10 per cento di ogni opera che è riuscito a vendere.  ‹‹Ricordo ancora la soddisfazione di quando ho venduto la mia prima opera – ci confessa Jonathon Paul Hernandez , uno dei ragazzi del gruppo – è entrato in galleria un signore olandese, si è fermato davanti ad un mio lavoro che rappresentava due teste mozzate, ha chiesto il prezzo e lo ha comprato››.
Lo sfogo della fondatrice  è quello della difficoltà di reperire fondi per un’organizzazione di questo tipo,  ma i ragazzi ce la stanno mettendo tutta ed i primi risultati si vedono. La visita alla loro galleria è ormai una tappa obbligata per i collezionisti e i sempre più numerosi visitatori della zona.
Pierluigi Sacconi
Marzo 2015
Youth Interactive Creative Studio Gallery
209 Anacapa St.  Santa Barbara  Ca  93101
Info: www.youthinteractive.us, info@youthinteracive.us
@https://twitter.com/pilus

Giornalista pubblicista dal 2004. Vive in Italia, Svizzera e Stati Uniti.

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