Arte all’arte fa tappa a San Gimignano per presentarci il lavoro di un giovane artista camerunense, vissuto a Parigi e attualmente abitante a Bruxelles, che ha eletto a luogo deputato per la sua installazione un campino di calcio proprio nel centro cittadino, un campino chiuso da architetture medievali, un campino marchiato dalla popolare funzione aggregante di centro ricreativo con la sua struttura sportiva, il campo di calcio visto quale sorta di moderna agorà. Ed è qui che Pascale Marthine Tayou ha costruito il suo effimero mosaico, tutto un intreccio di migliaia di sacchetti colorati raccolti in giro per il mondo fissati alla rete di recinzione fino a renderla un grande tappeto policromo lunga traccia dei paesi percorsi. Per dirla con le parole del curatore Pierluigi Tazzi: “egli è qui non per celebrare il paesaggio toscano, ma per provare la sua capacità di essere cittadino del mondo”. Il sacchetto di plastica è il suo materiale principe, lui stesso si considera tale; il sacchetto è nomade, non statico, nuota, vola, praticamente indistruttibile, ha una propria circolazione, gode quasi di sua vita autonoma. Guida l’opera creata per San Gimignano l’aggregazione in funzione cromatica, aggregazione che ricerca l’effetto pittorico per arrivare al grande affresco contemporaneo sullo sfondo di questo antico paesaggio.
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Valeria Ronzani
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..un modo simpatico e creativo per non
produrre inquinamento. Io preferisco materiali naturali..deteriorabili.