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Fino al 6.I.2002 Arte all’arte – Surasi Kusolwong 1000 lire Market (la vita continua) Casole d’Elsa (si), via Aringhieri e via Casolari
Arte all'Arte
A Casole d’Elsa, ultima tappa dell’edizione 2001 di Arte all’arte, l’artista tailandese Surasi Kusolwong allestisce uno dei suoi colorati piccoli mercati, festosa denuncia dei meccanismi perversi del nostro consumismo...
di redazione
Casole d’Elsa è l’ultima tappa di Voices Over, sesta edizione di Arte all’Arte, curata quest’anno da Jerome Sans e Pierluigi Tazzi. Chi si recasse a visitare la cittadina fino al sei gennaio troverà le sue strade addobbate da allegri e colorati festoni che a un più attento esame riveleranno la loro particolare natura: collane di sporte dalle fogge più varie, scacciamosche, stendini, sombreri, catini e quant’altro di una semplice produzione di suppellettili in plastica (rigorosamente made in Thailand), la stessa che si trova in mesticherie e casalinghi, nobilitata nel suo lato ludico ed estetico dall’inventiva di Surasi Kusolwong.
Nato a Ayutthaya, l’ antica capitale del Siam, egli vive attualmente a Bangkok, dove è tornato nel 1996 dopo aver perfezionato i suoi studi a Braunschweig in Germania. La sua è un’arte “estroversa”, che mira al coinvolgimento del pubblico in una dimensione gioiosa, sempre piacevole, lontana da certi rigidi rituali dell’arte canonica. Non è quindi un caso se Surasi Kusolwong è fra gli artisti selezionati da Saskia Bos (direttrice dal 1984 del Centro d’arte contemporanea De Appel di Amsterdam e curatrice della rassegna) per la Biennale di Berlino. Una Biennale nel segno di artisti che cercano il contatto con il pubblico, contraddistinti da un atteggiamento ‘antiautoritario e umanamente interattivo’ – queste le parole della curatrice – per arrivare ad esprimere un atteggiamento critico nei confronti del commercio, delle sue tecniche persuasive, della sua idea di individuo.
E se a Berlino l’artista tailandese spende quasi tutto il budget destinato alla sua opera per pagare dei massaggiatori che, in un salottino allestito al risparmio, massaggino per tutta la durata dell’esposizione il pubblico, come non pensare che con presupposti simili si attaglierebbe ancor più perfettamente alla kermesse berlinese l’installazione presentata il 16 settembre a Casole d’Elsa. Qui, nella piazza cittadina, Surasi Kusolwong ha allestito uno dei suoi celebri “mercatini”, un’operazione presentata più volte in giro per il mondo e che, a giudicare dall’entusiastica collaborazione dei viaggiatori di “Arte all’arte”, deve riscuotere il più fervido apprezzamento da parte del pubblico. Al taglio del nastro inaugurale una folla vociante e festante si riversa su quei tavoli pieni di ogni genere di oggetti (gli stessi che formano le ghirlande che decorano le strade cittadine), tutti in vendita a mille lire al pezzo, e in breve tempo ne fanno piazza pulita. L’artista ama dire che in queste sue operazioni parte da Monet per arrivare a Mondrian, e in effetti quei tavoli così pazientemente decorati con la loro bella esposizione di merci colorate (attivissima è stata la collaborazione dei bambini di Casole nella preparazione dell’installazione e delle ghirlande) vengono in un lampo riportati alla loro originaria natura di piane superfici geometriche colorate.
E se tutto finisce in un festoso happening con tanto di ballo e musica quale degno coronamento del percorso di “Arte all’arte”, non possiamo non provare un vago senso di inquietudine alla vista di tutti noi carichi di una serie di improbabili acquisti e la soddisfazione che si legge nei nostri occhi, il senso di appagamento, il ricordo dell’espressione grifagna nello sguardo della distinta signora che mi strappava di mano una borsa in plastica, la mia personale fierezza ogni volta che qualcuno mi fa un apprezzamento sulla mia sportina di plastica rosa. Come non riflettere su un meccanismo così consolatorio, tanto da interrogarti se veramente la pulsione all’acquisto sia un bisogno indotto o non sia anch’esso qualcosa di innato? Perché se così non fosse, e sospetto fortemente che non lo sia, Surasi Kusolwong ci ha mostrato con incontestabile evidenza quanto ne siamo impregnati e condizionati.
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Sito di Arte all’arte
Valeria Ronzani
Dal 16 settembre 2001 al 6 gennaio 2002
Casole d’Elsa, via Aringhieri, via Casolari
24 h / 24
[exibart]
e me la chiamte arte????
a me è piaciuto assai. mi sono anche comprata delle bellissime, inutilissime, coloratissime cavolate
era da non perdere: Loris Cecchini con un casco di banane tipo Gorilla felice e contento…