Categorie: Arte antica

Artemisia Gentileschi, la Maddalena Penitente esposta dopo 400 anni al Kimbell

di - 9 Settembre 2024

Un’opera di Artemisia Gentileschi sarà esposta al pubblico per la prima volta, dal XVII secolo, dopo essere stata di proprietà di collezionisti privati per quasi 400 anni. Si tratta di un dipinto raffigurante Maria Maddalena penitente, realizzato dalla grande artista di scuola caravaggesca tra il 1625 e il 1626, acquistato dal Kimbell Art Museum di Fort Worth, in Texas.

«Il Kimbell desiderava da tempo acquisire un’opera di Artemisia Gentileschi, ma fino ad ora non aveva mai trovato il dipinto giusto per la sua collezione di questa importante figura dell’arte barocca italiana. Siamo entusiasti di presentare al pubblico la smagliante Maria Maddalena penitente di Artemisia Gentileschi per la prima volta da quando è stata dipinta nel diciassettesimo secolo», ha affermato Eric Lee, direttore del Kimbell Art Museum che, nel 2020, aveva ospitato Flesh and Blood. Italian Masterpieces from the Capodimonte Museum, mostra di opere in prestito dal Museo di Capodimonte di Napoli, tra cui figurava anche Giuditta che decapita Oloferne, della stessa Artemisia. «Sebbene la composizione sia ben nota attraverso copie in Spagna e Messico, nulla è paragonabile al vedere di persona l’originale emozionante e appena riscoperto, con il suo disegno audace, la delicata pennellata e le sottili variazioni di luce e ombra».

Il dipinto, di circa un metro per 90 centimetri, rappresenta perfettamente lo stile riconoscibile dell’artista e fu acquisito e forse commissionato da Fernando Enríquez Afán de Ribera, terzo duca di Alcalá e viceré di Napoli, mentre era ambasciatore spagnolo a Roma (1625–26). L’opera fu poi esposta nella sua residenza, la Casa de Pilatos, a Siviglia, dove, secondo fonti spagnole del XVII secolo, divenne famoso e fu ampiamente copiato. Tuttavia, nonostante la sua fama, il dipinto originale scomparve in seguito. Tra le copie degne di nota ci sono tele oggi nella Cattedrale di Siviglia e nel Museo Soumaya a Città del Messico.

Le ottime condizioni del dipinto suggeriscono limitati interventi di conservazione nel corso della sua secolare esistenza. Dopo la morte del terzo duca di Alcalá, il dipinto rimase con i suoi eredi a Siviglia fino a quando non scomparve dai registri pubblici prima di riapparire all’asta nel 2001 in Francia. Fu venduto a una collezione privata e vi rimase fino a quando non fu acquistato, nel 2024, dal Kimbell. Il dipinto si unirà ad altri capolavori italiani dell’epoca nella collezione del museo, tra cui I bari di Caravaggio (c. 1595) e Cristo e la samaritana di Guercino (c. 1619–20).

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