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Da che arte andiamo? 10 mostre da visitare in Italia durante le vacanze di Natale
Arte antica
di redazione
La vita degli Egizi alla Basilica palladiana di Vicenza
Dell’antica civiltà egizia ci viene spesso restituita un’immagine funeraria e legata alla morte, a causa degli scavi nelle tombe e dei reperti che rappresentano la principale traccia di studio degli archeologi. Ma quanto sappiamo della vita e della quotidianità degli Egizi, delle invenzioni e della modernità giunti fino a noi oggi? La mostra I creatori dell’Egitto eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone, ospitata fino al 7 maggio 2023 alla Basilica palladiana di Vicenza e curata dal direttore del Museo Christian Greco, da Corinna Rossi, professore associato di Egittologia al Politecnico di Milano, da Cédric Gobeil e Paolo Marini, egittologi e curatori dell’Egizio, intende mettere in luce questo aspetto. E lo fa attraverso più di 180 oggetti, oltre ai reperti dell’Egizio, ci sono una ventina di prestiti dal Louvre di Parigi. In esposizione capolavori della statuaria, sarcofagi, papiri, bassorilievi, stele scolpite e dipinte, anfore e amuleti. Tra i tesori in mostra, anche il sarcofago antropoide di Khonsuirdis e il celebre corredo della regina Nefertari, che torna in Italia, a Vicenza, dopo diversi anni di tour all’estero.
Il bizzarro mondo di Hieronymus Bosch a Palazzo Reale di Milano
Dettagli, creature ibride, mostri fluttuanti, incendi. Fino al 12 marzo, Palazzo Reale, a Milano, ospita le visioni oniriche di un vero genio fiammingo con la mostra Bosch e un altro Rinascimento. Un viaggio – forse più un sogno – attraverso centinaia di dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi tra cui spiccano alcuni dei più celebri capolavori di Bosch e le opere derivate dai soggetti del maestro, tra rielaborazioni di artisti fiamminghi, italiani e spagnoli. Balene a due zampe, uccelli con arti di scimmia, esseri misteriosi a metà tra insetti, pesci e figure umane. Un confronto che racconta al visitatore quanto l’altro Rinascimento – e non solo quello italiano – sarà in grado di influenzare i grandi nomi della storia dell’arte, da Raffaello a El Greco a Tiziano. A cura di Bernard Aikema, Fernando Checa e Cremades Claudio Salsi.
Recycling Beauty da Fondazione Prada di Milano
Un’inedita ricognizione dedicata al tema del “riuso” di antichità greche e romane in contesti post-antichi, dal Medioevo al Barocco. Il classico inteso non solo come eredità del passato, ma anche elemento vitale, contemporaneissimo, in grado di incidere sul nostro presente e sull’imminente futuro. Ancora, quel momento in cui il pezzo antico viene riscoperto, riattivato, abbandonando lo status di rovina e riacquistando nuovo senso e valore. C’è tutto questo nelle sale della mostra Recycling Beauty, in scena da Fondazione Prada, a Milano, fino al 27 febbraio. A cura di Salvatore Settis e Anna Anguissola, con Denise La Monica e il progetto allestitivo ideato da Rem Koolhaas/OMA.
Capolavori segreti tra ‘600 e ‘700 alla Casa Museo Bagatti Valsecchi di Milano
La seduzione del bello. Capolavori segreti tra ‘600 e ‘700, a cura di Antonio D’Amico. Fino al 12 marzo, la Casa Museo Bagatti Valsecchi di Milano ospita una selezione di cinquanta opere di maestri come Procaccini, Cairo, Nuvolone, Magnasco, Guardi e Todeschini, tutte provenienti dalla collezione milanese Gastaldi Rotelli. L’obiettivo? Un dialogo nuovo e senza limiti con la raccolta permanente che i fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi radunarono alla fine dell’Ottocento, oggi esposta in via Gesù. «Con questa mostra», spiegano gli organizzatori, «la Casa Museo si configura come una “Casa delle Collezioni”, creando un’interessante quanto inedita riflessione sul ruolo del collezionismo privato, la sua storia e la conseguente valorizzazione e fruizione in età contemporanea».
La grande mostra di Olafur Eliasson a Palazzo Strozzi di Firenze
Fino al 22 gennaio 2023 procede Nel tuo tempo, che ha già conquistato un ampio numero di visitatori: si tratta della più grande mostra dell’artista danese Olafur Eliasson mai realizzata in Italia. Un percorso a cura di Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze, che si estende in tutti gli ambienti rinascimentali, dal cortile al Piano Nobile alla Strozzina, dando vita a opere immersive capaci di mettere al centro l’esperienza del visitatore, portandolo a riflettere sull’idea di esperienza condivisa e relazionale della realtà.
Arte Liberata alle Scuderie del Quirinale di Roma
Ospitata alle Scuderie del Quirinale di Roma fino al 10 aprile 2023, ARTE LIBERATA 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra offre una grande panoramica di oltre cento capolavori salvati durante la Seconda Guerra Mondiale, supportata da un ampio materiale documentario, fotografico e sonoro. Storie di conflitto, di arte e di salvataggio di opere si mescolano alle vicende degli intellettuali che contribuirono a tutelare il patrimonio del Paese, come Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli, Emilio Lavagnino, Fernanda Wittgens, Francesco Arcangeli, Jole Bovio e Rodolfo Siviero. A cura di Luigi Gallo e Raffaella Morselli, la mostra è realizzata in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche, l’ICCD – Istituto Centrale per il catalogo e la Documentazione e l’Archivio Luce – Cinecittà.
Virginia Woolf e il circolo di Bloomsbury a Palazzo Altemps di Roma
Al Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps di Roma si respirano le vicende di un’amicizia intellettuale raccontata attraverso libri, parole, dipinti, fotografie e oggetti. Virginia Woolf e Bloomsbury. Inventing Life, fino al 12 febbraio 2023, fa i conti con la storia della scrittrice pioniera del femminismo e del circolo di intellettuali attraverso il quale si formò il suo pensiero. La mostra, ideata e curata da Nadia Fusini – profonda conoscitrice dell’autrice inglese – in collaborazione con Luca Scarlini – scrittore, drammaturgo, narratore, performance artist – si sviluppa in cinque sezioni, e racconta di personalità come Leonard Woolf, John Maynard Keynes, Lytton Strachey e dei giovani intellettuali che si incontravano nelle stanze delle sorelle Stephen per condividere predilezioni artistiche, relazioni romantiche, esperienze lavorative innovative, motivazioni sociali.
Jimmie Durham, Humanity is not a completed project, Museo Madre, Napoli
La prima retrospettiva che un museo pubblico italiano dedica al compianto Jimmie Durham, è un lungo, stratificato, densissimo viaggio nella materia. Presentata a un anno di distanza dalla sua scomparsa, curata da Kathryn Weir e visitabile fino al 10 aprile, la mostra occupa tutto il terzo piano del Madre di Napoli, città nella quale l’artista ha trascorso l’ultima parte della sua vita. Pietra, legno, cuoio, denti e teschi di animali vari, assemblati oppure decostruiti in installazioni ambientali e sculture, composizioni e decomposizioni a parete. Animato da una instancabile voglia di manipolare le cose fino alla loro estrema soluzione/trasformazione, una terza via tra magia ancestrale e fisica quantistica, per una sorta di “scienza riluttante”, Durham è stato sempre presente nel proprio tempo, come attivista per i diritti delle culture non riconosciute ufficialmente. E la mostra riesce a raccontare in maniera approfondita questa sua tensione costante, tra poesia e cronaca, rarefazione e concretezza. 150 opere provenienti da varie collezioni tra Italia e Stati Uniti da visitare con calma, magari approfittando dei giorni di festa.
Edward Burtynsky, Xylella Studies, Fondazione Pascali, Polignano a Mare
Visitabile fino al 9 aprile 2023, negli spazi della Fondazione Pascali di Polignano a Mare, la mostra di Edward Burtynsky documenta il disastro ecologico che ha colpito gli ulivi in Puglia ed è il frutto del lavoro avviato con la Fondazione Sylva, ente no-profit che si occupa di rigenerazione ambientale attraverso attività di riforestazione. Celebrato fotografo di paesaggi industriali, Burtynsky è un testimone oculare del rapporto critico tra uomo e ambiente, un dialogo al centro di molti suoi apprezzati progetti. In esposizione alla Fondazione Pascali, 12 immagini scelte, stampate e realizzate appositamente per questa occasione e che, in un percorso di grande coinvolgimento emotivo, scandiscono i passaggi di uno «Stravolgimento naturale e paesaggistico causato questa volta non dall’essere umano, ma da un agente patogeno “naturale” chiamato Xylella Fastidiosa, capace di divorare rapidamente la pianta, causandone spesso alterazioni che conducono alla morte del soggetto infestato», scriveva Francesco Tarantini in questa nostra recensione.
Vanessa Beecroft, VB94, Galleria regionale di Palazzo Abatellis, Palermo
Il femminismo è una moda? Questa e tante altre domande solleva la mostra di Vanessa Beecroft a Palazzo Abatellis di Palermo. In esposizione una serie di sculture realizzate in creta dall’artista a Los Angeles, poi riprodotte in ceramica, bronzo e cera per questo progetto, che dialogano con la collezione d’arte antica conservata nel museo progettato da Carlo Scarpa. Ma prima di essere sede museale, fu Palazzo nobiliare e convento ed è proprio la storia delle donne che abitarono quegli spazi che Beecroft ha scelto di rievocare, anche attraverso una performance, con il coinvolgimento di varie modelle come sculture danzanti e “brandizzate”. I capi indossati, infatti, avevano stampata l’intestazione VB94 in oro, «Proprio come se Beecroft stessa fosse un marchio», ha scritto Marta Acciaro nella nostra recensione. «L’intenzione dichiarata dell’artista è mostrare un ideale di donna che rincorre se stessa in un modello di perfezione, una sorta di canone. È forse per questo che le modelle indossano delle scarpe dorate? O per strizzare nuovamente l’occhiolino al glamour?».
Bosch: Lo ammetto, non conosco Bosch ma il solo avvicinarmi ad una sua Opera mi é parso entusiasmante. Quello di Bosch é un mondo, un Universo fatto di abitanti scaturiti dalla stessa mente del pittore fiammingo. Uomini ed animali, in tale contesto, si somigliano, o, per meglio dire, si interscambiano. Visioni oniriche, spaventose, che richiamano alla mente l’Inferno dantesco, prive perciò di redenzione. Immagino un ipotetico pentolone preparato da streghe inneggianti ad un sabba dove trovano posto uomini mescolati a bestie. Cosa vuole comunicarci il nostro? l’amalgama fluttuante di personaggi fantastici, più o meno terrestri, ideati per spaventarci, immersi tutti in un Giudizio Universale. Cosa mi ha affascinato? I colori forti, la varietà infinita dei personaggi, l’aspetto visionario del messaggio medesimo…cosa hanno a che fare queste anime perse con l’attualità? Tutti siamo coinvolti, quando regna l’anarchia totale. Verso dove? Nessuno ci dà risposta. Nemmeno l’essere immersi nell’Era digitale può redimerci. Viviamo in un eterno ed oscuro Medio Evo.