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Elisabetta Sirani. Donna virtuosa, pittrice eroina – La Galleria BPER
Arte antica
L’arte, da sempre portatrice di valori, di idee, rappresenta l’uomo e i suoi sentimenti, i suoi ideali. Ed è proprio il concetto di libertà, protagonista della mostra dedicata a Elisabetta Sirani, pittrice del seicento bolognese, in corso fino al 14 novembre 2021, allestita in occasione della XXI edizione del Festivalfilosofia, in collaborazione con Bper Banca, per il secondo anno main sponsor della manifestazione svoltasi a Modena.
Il percorso espositivo, a cura di Lucia Peruzzi, comprende diverse opere da cui emerge in modo preponderante il talento e virtuosismo della giovane pittrice, venuta a mancare all’età di soli ventisette anni. Figlia del pittore Giovanni Andrea Sirani, a sua volta allievo di Guido Reni, Elisabetta riesce ad affermarsi grazie alla sua maestria e padronanza nell’uso dei pennelli, che le consentono non solo di realizzare moltissime opere, ma anche di individuare e caratterizzarsi per un personale e particolare stile pittorico, riconosciuto e stimato dalla critica del tempo.
Le testimonianze sulla sua persona e sulla sua virtù sono riportate in vari scritti dell’epoca, in particolar modo ne la “Felsina Pittrice” del biografo Carlo Cesare Malvasia, che la definisce “pittrice eroina”, riconoscendone la maestria nel disegno, la brillante inventiva e l’uso sicuro dei colori, attraverso i quali, da subito si riusciva a cogliere il soggetto e la composizione su cui la pittrice stava lavorando. Eroina, per la sua capacità di esprimersi in modo libero e indipendente, in un’epoca in cui le donne potevano dedicarsi solo alle “arti minori” e di affermare la sua tecnica anche attraverso l’insegnamento, fondando la prima accademia d’arte per donne di giovane età. Ma Elisabetta Sirani è stata ricordata e decantata anche per la sua virtù, per l’amore verso la cura della casa, che svolgeva nell’abitazione in via Urbana a Bologna.
Il percorso espositivo si apre con due opere appartenenti alla collezione Bper Banca: Amore dormiente di Guido Reni e La Terra dona a Nettuno i bulbi di tulipani, del padre Giovanni Andrea Sirani, artisti di cui Elisabetta risente l’influenza, assimilandone le principali chiavi espressive, tanto da essere definita la reincarnazione femminile di Reni.
La mostra prosegue con le opere della giovane artista con protagonisti soggetti sacri come Madonna che allatta il Bambino, caratterizzata da pennellate dense di colore, che mettono in contrapposizione il candido incarnato con i morbidi tessuti dalle intense campiture, che evocano, come da tradizione pittorica, il futuro martirio del piccolo Gesù; San Giovannino nel deserto, Amor vincit omnia, Sacra Famiglia con Santa Teresa, per poi continuare con i soggetti mitologici come Venere e Cupido e Circe, concludendosi con Sibilla dell’allieva Ginevra Cantofoli, testimonianza dell’eredità lasciata attraverso la sua accademia. L’attenzione al mito e alla classicità conferma l’influenza esercitata da Guido Reni, amante del mondo antico, ma Elisabetta riveste i suoi personaggi di un’intimità particolare, di tenerezza, di umanità, di forza, ritraendo, infatti, le donne più forti della tradizione, che vede come modello, conquistandosi così un posto d’onore tra gli artisti bolognesi del tempo e nella storia dell’arte. L’equilibrio dei colori, esaltati dalla luce che illumina la composizione, tipica della pittura del Seicento, esalta la padronanza della tecnica e della conoscenza artistica, corroborata da una ricca conoscenza, alimentata dalla lettura dei classici come ad esempio la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio.
Altra peculiarità della sua pittura consiste nell’introduzione, in particolari ricercati ed eleganti, come ad esempio la rifinitura di un cuscino del suo nome come autrice delle opere, rivoluzionaria in un’epoca in cui la firma delle donne non aveva valore legale. Elisabetta Sirani, donna virtuosa, pittrice eroina, rappresenta un esempio di libertà e tenacia, che, grazie alla consapevolezza dei propri mezzi, si è affermata nella storia dell’arte proponendo un modello alternativo allo stereotipo della donna incastonata nel solo ambiente domestico. L’attenzione all’armonia della composizione e l’uso equilibrato dei colori, rivelano un’artista completa, capace di esprimersi con grande sicurezza, ma allo stesso tempo sensibilità, trasmettendo fino ai nostri giorni un differente modo di approcciarsi alla pittura, innovandola e arricchendola con differenti vibrazioni di stati d’animo, pur in continuo legame con la tradizione.