Lavinia Fontana, Ritratto di gentiluomo, sua figlia e un servo, Musée de la Chartreuse di Douai, Francia
Nel deposito del Musée de la Chartreuse di Douai, in Francia, è stata scoperta un’opera di Lavinia Fontana. Il dipinto, un Ritratto di gentiluomo, sua figlia e un servo, è stato conservato per oltre 150 anni nella collezione del piccolo museo francese ma con un’attribuzione al pittore fiammingo Pieter Pourbus. A intuire la reale maternità dell’artista tardo manierista italiana, è stato Philippe Costamagna, storico dell’arte, esperto di pittura italiana del XVI secolo, direttore del Palais Fesch Musée des Beaux-Arts di Ajaccio e noto “occhio” per le attribuzioni. Per esempio, nel 2005, riscoprì un Cristo in croce del Bronzino, dimenticato nelle collezioni del Museo di Belle Arti di Nizza.
Durante una visita al museo di Douai, Costamagna ha riconosciuto nell’opera tratti inequivocabili dello stile di Fontana: la delicatezza delle espressioni, il rigore della composizione, la tipica resa delle stoffe e dei dettagli ornamentali. «Mi dicevano che era un dipinto nordico ma io ho subito notato l’impronta bolognese dalla A alla Z», ha raccontato l’esperto all’agenzia AFP. Si tratta quindi di un’autentica riscoperta, che potrebbe contribuire a illuminare la figura di una delle più straordinarie artiste del Rinascimento italiano.
Donato al museo nel 1857 dal medico Énée-Aimé Escallier, il dipinto mostra un uomo e sua figlia in austeri abiti rinascimentali, mentre una domestica solleva una tenda rivelando un interno raccolto. Nonostante non sia stata ancora sottoposta a un restauro approfondito, l’opera verrà presto valorizzata e già questa settimana sarà esposta al pubblico in concomitanza con la mostra Nicolas-Guy Brenet, pittore del re a Douai nel XVIII secolo.
Questa riscoperta quasi fortuita ci dice molto delle possibilità nascoste dei depositi ma rivela anche quanto le attribuzioni possano essere influenzate dal contesto culturale, che può esaltare o relegare nell’ombra un artista a seconda delle epoche e delle sensibilità dominanti. In questo caso, l’attribuzione di Costamagna arricchisce il corpus di Fontana, un’artista che, nonostante il suo straordinario talento, ha visto la sua eredità oscurata per secoli. La sua riscoperta, così come l’emergere di altri dipinti erroneamente attribuiti ad artisti coevi, testimonia il ruolo cruciale che la ricerca e il restauro continuano ad avere nel restituire alla storia dell’arte voci rimaste troppo a lungo silenziose.
Considerata una delle prime pittrici professioniste d’Europa, Fontana si impose in un’epoca in cui il mestiere dell’arte era appannaggio quasi esclusivo degli uomini. Nata a Bologna nel 1552, figlia del manierista Prospero Fontana, affinò il suo talento sotto la guida paterna, riuscendo a costruirsi una carriera indipendente. Il suo matrimonio con il pittore Gian Paolo Zappi segnò una svolta inedita per l’epoca: Zappi mise da parte le proprie ambizioni artistiche per supportare la moglie come agente, mentre lei otteneva commissioni da papi, cardinali e aristocratici.
La sua fama raggiunse l’apice con la nomina alla prestigiosa Accademia di San Luca a Roma, prima donna a ottenere tale riconoscimento. Specializzata nei ritratti, nelle scene mitologiche e nelle pale d’altare, Fontana lavorò per i pontefici Gregorio XIII e Clemente VIII, mantenendo sempre un’indipendenza economica rara per un’artista del tempo. Morì nel 1614, lasciando un’eredità di circa 130 opere note, sebbene il crescente interesse per la sua figura stia portando a nuove attribuzioni.
Negli ultimi anni, Lavinia Fontana è stata oggetto di una riscoperta internazionale. Nel 2023, la National Gallery of Ireland le ha dedicato una grande retrospettiva con oltre 60 opere, celebrando il restauro del monumentale La regina di Saba visita il re Salomone (1599), recuperato dopo essere stato annerito dal fumo per 150 anni. Anche i mercati dell’arte stanno reagendo a questa rinascita: il National Museum of Western Art di Tokyo ha acquisito lo scorso anno il Ritratto di Antonietta Gonzales (ca. 1595), mentre il Fine Arts Museums di San Francisco ha aggiunto alla propria collezione il Ritratto di Bianca degli Utili Maselli e i suoi figli (ca. 1604).
Le opere di Lavinia Fontana sono piuttosto rare nelle collezioni pubbliche francesi. Il Louvre possiede una sola Sacra Famiglia la cui attribuzione è controversa (talvolta attribuita al padre). Al Museo delle Belle Arti del Castello di Blois è esposta un’altra versione del Ritratto di Antonietta Gonzales. Mentre i musei di Bastia, Besançon, Bordeaux, Cherbourg, Compiègne, Marsiglia e Rouen conservano ritratti individuali o scene religiose o mitologiche. Ma il dipinto conservato al Museo della Chartreuse di Douai è l’unico ritratto di gruppo di Lavinia Fontana conservato in Francia.
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