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Incontro con la pittura, dal XV al XIX Secolo: i Maestri della Galleria Fondantico
Arte antica
di redazione
Nella storica cornice di Casa Pepoli Bentivoglio, nel cuore di Bologna, si inaugura il 9 novembre un appuntamento che è diventato una tradizione per l’autunno culturale della città: la mostra della Galleria d’arte Fondantico di Tiziana Sassoli. Giunta alla sua 31ma edizione, l’esposizione invita a un Incontro con la pittura che trasporta collezionisti, storici dell’arte e amanti del bello in un viaggio visivo e intellettuale attraverso opere di maestri bolognesi ed emiliani che hanno segnato la pittura tra Cinquecento e Ottocento.
Tra i capolavori esposti spicca un’opera del manierista Sebastiano Filippi, noto come Bastianino, autore di una delicata Adorazione dei pastori, realizzata attorno al 1565. Bastianino, figura chiave del manierismo italiano, fu anche il poeta della Ferrara di Alfonso II, maestro dallo stile sofisticato e prezioso che riuscì a catturare l’animo della corte ferrarese.
A rappresentare la Bologna barocca ci sono poi due grandi tele di Francesco Gessi, raffiguranti scene di vita quotidiana attraverso il lavoro e il gioco innocente dei bambini. Provenienti da una serie di cui fanno parte opere custodite nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, i dipinti sono testimoni della sensibilità e dell’abilità narrativa del maestro.
Un altro capolavoro da non perdere è il frammento “ritrovato” dell’Apparizione della Vergine a San Guglielmo di Francesco Albani, celebre pala d’altare smembrata agli inizi dell’Ottocento. Il frammento, esposto per la prima volta a Bologna, riporta alla luce una parte significativa dell’eredità di Albani e riannoda un legame con le storie devozionali del passato.
La potenza espressiva del Guercino si manifesta nella tela San Girolamo in preghiera, opera “da stanza” che testimonia il lirismo intenso del pittore barocco. Questo dipinto, che conserva il pathos dei lavori destinati a clienti prestigiosi come il conte di Novellara, riflette il tocco inconfondibile dell’artista, capace di conferire drammatica serenità ai soggetti sacri.
La mostra prosegue con un’incursione nel vivace Settecento bolognese, grazie a una serie di Allegorie delle stagioni firmate da Giuseppe Marchesi, noto come Sansone per la sua possente corporatura. Le sue allegorie, animate da bambini che interpretano le stagioni, sono caratterizzate da un’elegante freschezza e da una vena di ironia.
Tra le eccellenze del tardo Settecento figurano anche i fratelli Gandolfi, Ubaldo e Gaetano, protagonisti della cultura pittorica bolognese. Ubaldo è presente con un commovente studio dal vero, mentre Gaetano incanta con il bozzetto per La continenza di Scipione e con la preziosa Madonna col Bambino e i santi Giovanni, Anna e Giacomo Maggiore, modello preparatorio per la celebre tela agli Uffizi.
La visita si conclude con quattro magnifici paesaggi di Vincenzo Martinelli, maestro del paesaggio bolognese, capace di traghettare il gusto locale verso una visione più realistica, preludio al lavoro di Antonio Basoli, rappresentante di spicco del genere. È proprio Basoli a chiudere l’esposizione con la sua straordinaria Interno della chiesa metropolitana di San Pietro, opera che testimonia il fascino della veduta architettonica e il potere evocativo di una Bologna pittoresca, riprodotta nelle sue Vedute pittoresche del 1833.
Ad arricchire la mostra, un testo critico del professor Daniele Benati, che offrirà al pubblico un’analisi illuminante delle opere esposte, rivelando dettagli, storie e tecniche che rendono ogni dipinto una finestra su epoche di straordinaria ricchezza artistica.