Categorie: Arte antica

La Maddalena di Artemisia Gentileschi torna a Napoli dopo 400 anni

di - 10 Agosto 2024

Dopo 400 anni la Maddalena di Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli, 1654/1656) torna a Napoli, città in cui fu dipinta l’opera. La mostra, incentrata sull’opera realizzata tra il 1630 e il 1635, è la prima di un progetto culturale che nasce dalla collaborazione tra la Provincia dei Frati Minori di Napoli e Arthemisia che vedrà ospitare negli spazi del Chiostro Maiolicato di S. Chiara importanti opere della storia dell’arte e anche mostre a partire dalla primavera del 2025.

Col patrocinio della Regione Campania e del Comune di Napoli, l’esposizione è realizzata grazie alla collaborazione tra la Provincia Napoletana del Ss. Cuore di Gesù dell’Ordine dei Frati Minori, il FEC (Fondo Edifici di Culto), Agape e Arthemisia. La curatela scientifica è stata affidata a Costantino d’Orazio.

Il focus della mostra è incentrato, come già evidenziato, sulla “Maddalena Napoletana” di Artemisia Gentileschi. Si tratta infatti della Maddalena detta Sursock in quanto negli ultimi cento anni la sua dimora è stata appunto la prestigiosa collezione Sursock, a Beirut, dove fu gravemente danneggiata nella nota esplosione del 4 agosto 2020.

L’artista aveva già dipinto un olio su tela con lo stesso soggetto: si tratta della Conversione della Maddalena realizzata tra il 1615-16 durante il periodo fiorentino. L’opera infatti, conservata nella Galleria degli Uffizi, mostra una Maddalena pentita e addolorata che si trova nell’atto di spogliarsi degli abiti sfarzosi e pregiati dell’epoca. Il colore predominante è il giallo dell’abito caratterizzato da copiosi panneggi. Il colore simboleggia la resurrezione, la trasformazione spirituale e l’alba di una nuova vita.

Nella Maddalena Sursock ritorna il giallo come tonalità principale questa volta però intercalata dall’azzurro tenue del manto appoggiato sulle braccia. L’artista infatti cambia registro ed è possibile notare come ha modificato anche la tipologia di vestiario indossato secondo la moda del luogo e del tempo. Anche qui la Maddalena si trova nell’atto di abbandonare le ricchezze per dedicarsi al Signore: il soggetto assume un atteggiamento addolorato e il suo animo sembra quasi tendere all’estasi.

Inoltre nel dipinto fiorentino si può notare come la luce che colpisce la Santa sia molto più netta e provenga da destra, mentre nel dipinto napoletano la luce risulta essere molto diffusa e proveniente da sinistra. In entrambi i dipinti però la figura femminile occupa la totalità del quadro e inoltre sembra emergere dallo sfondo cupo: si genera in entrambi i casi un contrasto del soggetto con lo sfondo.

L’opera del 1630 presenta però un elemento in più rispetto alla precedente Maddalena: il nostro sguardo infatti viene guidato dalla mano della figura femminile che ci fa notare la presenza della collana di perle un momento dopo che questa si è strappata e un momento prima che inizino a cadere tutte le perle. La collana è infatti un lavoro minuzioso e pregevole compiuto da Artemisia Gentileschi, tanto che ad uno sguardo più attento e ravvicinato sembrerebbe che le perle siano trasparenti.

Oltre alla magnificenza dell’opera in sé, è emblematico anche il contesto in cui si trova l’opera. Infatti possiamo riscontrare affinità fra la vita di S. Chiara e quella di Artemisia: entrambe sfidarono le restrizioni sociali del loro tempo portandoci a riflettere sull’emancipazione femminile a distanza di molti secoli.

Inoltre nella stessa sala in cui è esposta l’opera è visibile una delle due rappresentazioni della Maddalena presenti nel complesso di S. Chiara. Si tratta della Crocifissione di Gennaro Pierro in cui vediamo ai piedi della croce la Maddalena disperata per la morte del Messia. Infine nella tradizione francescana la figura di Maria Maddalena viene tenuta in gran considerazione poiché i francescani vedono in lei un modello di dedizione e amore incondizionato, lo stesso San Francesco nutriva una profonda venerazione per la santa.

La mostra è quindi un’occasione da non perdere per ammirare il capolavoro di Artemisia Gentileschi che ritorna a Napoli dopo 400 anni e scoprire ulteriori curiosità sul dipinto: il percorso infatti è corredato da pannelli esplicativi, video e proiezioni sul soffitto della sala che ospita l’esposizione. È possibile acquistare anche il catalogo mostra edito da Moebius.

L’opera sarà visitabile presso il Chiostro Maiolicato di Santa Chiara fino al 19 gennaio 2025.

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