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La Venere di Botticelli, sul Golfo di La Spezia: ipotesi e indizi in un convegno
Arte antica
Impossibile non rimanere ammaliati dal suo sguardo, che magnetizza l’attenzione. Dall’inclinazione della testa, dal fluire della chioma sospinta da dolcissimi venti, dall’armonia delle proporzioni. Dipinta nel 1485 per la villa medicea di Castello e attualmente fiore all’occhiello della prestigiosa collezione degli Uffizi, la Venere di Sandro Botticelli è uno dei capolavori più visti e commentati della storia dell’arte, una di quelle immagini totalizzanti. Ma sullo sfondo, cosa vediamo? Un paesaggio marino che dovrebbe richiamare quello di Cipro. Contrariamente a quanto farebbe pensare il nome con il quale è universalmente conosciuta, infatti, l’opera non raffigura il momento della nascita della divinità ma il suo approdo all’isola del Mediterraneo orientale, che però Botticelli non ebbe mai modo di visitare. E quindi, quale paesaggio aveva in mente il grande artista? Si tratta di uno spazio immaginario o di un luogo reale, magari visto di persona oppure conosciuto attraverso qualche riproduzione? Su questa possibile coincidenza tra arte e cartografia verte il convegno organizzato dall’Assessore al Turismo del Comune di La Spezia, Maria Grazia Frijia, in programma il 21 marzo 2022, presso il CAMeC – Centro Arte Moderna di La Spezia, dalle 10 alle 13. L’ipotesi è suggestiva e circola già da alcuni anni: lo sfondo della Nascita delle Venere potrebbe corrispondere proprio al golfo naturale della città ligure, il “Golfo dei Poeti”, da sempre apprezzato per la bellezza e unicità della sua conformazione, cinto da una continua catena montuosa.
Gli ospiti dell’incontro
In occasione dell’incontro, esperti di arte e geografia dialogheranno per approfondire l’argomento, prospettando ulteriori studi futuri. Sono stati invitati a intervenire al dibattito: Cristina Acidini, storica dell’arte, presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, della Fondazione Casa Buonarroti, della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte “Roberto Longhi”, dell’Opera di Santa Croce, Firenze, Marzia Ratti, storica dell’arte e museologa, Luisa Rossi, geografa, e Roberto Celi, fotografo, moderati da Ornella D’Alessio, giornalista geografa.
«Celebrato dai pittori per la sua potenza paesaggistica, il Golfo della Spezia diventa luogo di sperimentazione di un’altra forma di visualizzazione: la cartografia», ha commentato Luisa Rossi. «Prima di essere il disegno geometrico, astratto, di un luogo, la carta è una rappresentazione che chiama in causa l’arte vera e propria. Sul territorio del Golfo, fin dal primo Ottocento decine di topografi-artisti risalgono sentieri, si immergono nei boschi e negli oliveti, si spingono sull’orlo delle falesie. Ne sono derivate decine e decine di immagini (carte e magnifiche vedute acquarellate) che ci restituiscono nei minimi dettagli il paesaggio delle nostre radici».
Il Golfo di La Spezia per la Venere di Botticelli: gli indizi
A confortate l’ipotesi della corrispondenza, ci sono già vari indizi. C’è la sovrapposizione fotografico-cartografica con un’antica rappresentazione del Golfo di La Spezia, che coinciderebbe con il profilo dell’orizzonte del celebre dipinto su tela. A cogliere la colta somiglianza è Roberto Celi, noto fotografo spezzino, fondatore dell’Associazione Obiettivo-Spezia.
C’è poi la corrispondenza storica, ricordata nel libro “I Cattaneo Della Volta. Vicende e protagonisti di una millenaria famiglia genovese”, a cura di Elena Chiavari Cattaneo Della Volta e Andrea Lercari, secondo cui il Golfo di Spezia era anticamente denominato “Gulfus Veneris”, Golfo di Venere, perché esteso tra due promontori dedicati alla dea: quello di Lerici e di Portovenere.
Infine, la traccia che riconduce a Simonetta Vespucci. La nobildonna dalla bellezza leggendaria, amata anche da Giuliano de’ Medici, forse ritratta in alcune delle opere più importanti del Maestro, sembra sia nata a Fezzano, paese a pochi chilometri dal golfo, dove risiedeva il padre Gaspare Cattaneo della Volta, di famiglia genovese. È la stessa Simonetta, in una testimonianza, a confermare la sua nascita ligure, riferendosi alla «Aspra Liguria» e precisando «In grembo a Venere», riferimenti che gli storici sono propensi a non considerare solo nell’accezione prettamente poetica.
«A un capolavoro dell’arte di tutti i tempi, qual è la Nascita di Venere di Sandro Botticelli, non ci si stanca di tornare, per rendere omaggio alla sua bellezza e anche per cercare le risposte ai tanti interrogativi che propone: per chi fu dipinto veramente? e quando? E la nuda Venere è davvero il ritratto della bella Simonetta Vespucci? E dunque il profilo costiero è davvero la terra dove nacque, nell'”aspra Liguria in grembo a Venere”, come scrisse il Poliziano? Le risposte potrebbero non giungere mai, ma il quadro continua a splendere attraverso i secoli», chiede Cristina Acidini.