14 novembre 2019

Scoperta in Galles una nuova opera di Botticelli, grazie a un restauro

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Al National Museum di Cardiff erano sicuri che fosse una copia, per di più rozza e invece un accurato restauro ha dimostrato che si tratta di una vera opera di Botticelli

È stato trovato in Galles un nuovo dipinto di Botticelli. Trovato nel senso di attribuito, perché l’opera, una Madonna con Bambino esposta al National Museum di Cardiff, per anni è stata bollata come una rozza copia in stile, contravvenendo l’opinione della proprietaria, Gwendoline Davies, che quando la lasciò in eredità, nel 1952, era proprio sicura che provenisse dalla mano Botticelli. Ma gli esperti, bontà loro, non erano dello stesso parere e praticamente subito la retrocessero allo stato di copia. La storia della riscoperta è stata documentata in un episodio di Lost Masterpieces, serie della BBC Four che segue le vicende di un team di investigatori, guidati dallo storico dell’arte Bendor Grosvenor – già noto per aver riscoperto opere di Peter Paul Rubens, Claude Lorrain e Brueghel il Giovane – alle prese con i misteri artistici. Sì, qualcosa di simile all’altro Lost, quello dell’isola.

La storia del Botticelli riscoperto in Galles

Grosvenor ha raccontato di aver visto il dipinto nello shop del museo, rimanendo colpito dalla straordinaria bellezza del volto della Madonna. «Alcune parti dell’opera mi hanno ricordato il dipinto più famoso di Botticelli, La nascita di Venere. Sono ora convinto che quest’opera abbia svolto un ruolo importante nella produzione di Botticelli e sono lieto che sia stata nuovamente esposta al pubblico», ha spiegato Grosvenor al Guardian. Un’altra rappresentazione di Simonetta Vespucci? La nobildonna, amata da Giuliano de’ Medici, era idolatrata da Sandro Botticelli che ne fece la sua musa, ritraendola in varie opere, tra le quali, appunto la Venere.

Ma non si è trattato solo del caro vecchio intuito da detective per i volti sospetti. È stata infatti l’accurata analisi del conservatore Simon Gillespie a rivelare la straordinaria qualità del dipinto. Le fotografie a infrarosso hanno mostrato strati sottostanti alla pittura che sono tipici dello studio di Botticelli, insieme a numerosi ripensamenti in diverse aree, come quella in prossimità delle mani, a dimostrazione del fatto che il dipinto non era una semplice copia. Inoltre, è emerso anche uno scarabocchio, quasi sicuramente autografo di Botticelli, lo schizzo di un profilo della testa di un uomo, fatto prima che il dipinto fosse finito.

Gillespie ha scoperto che lo sfondo, in effetti, è opera di un falsario ed è stato aggiunto all’inizio del XX secolo, probabilmente per nascondere il fatto che il dipinto era stato notevolmente ridotto nelle dimensioni, tagliato da un’opera più grande. La decisione è stata comunque di mantenere l’aggiunta fraudolenta, per non cancellare la storia del dipinto.

«Abbiamo dovuto procedere millimetro per millimetro, data la fragilità del pannello e degli gli strati di vernice originali. Rimuovere lo sporco e le vecchie vernici per rivelare la vera bellezza dei lineamenti della Madonna è stato come assistere alla rinascita di un capolavoro», ha affermato Gillespie, descrivendo il suo lavoro come snervante ma anche elettrizzante.

Al National Museum avranno fatto i salti di gioia e anche la signora Davies, da qualche parte, starà festeggiando. «Siamo lieti e grati per i risultati. Il dipinto ora si trova nelle nostre gallerie e spero che i fan della serie apprezzeranno questo capolavoro», ha dichiarato Adam Webster, capo conservatore del National Museum.

Il caso della Madonna della Melagrana

Non è la prima volta che presunte copie di Botticelli si rivelano essere degli originali. Pochi mesi fa, a marzo 2019, scrivevamo di un’altra Madonna con Bambino.

Sandro Botticelli, Madonna del Magnificat, 1483-1485, tempera su tavola, diametro cm 115. Firenze, Galleria degli Uffizi

Ritenuto per anni una copia ispirata alla Madonna del Melograno, originale conservato agli Uffizi di Firenze, il tondo fu dichiarato invece come un raro originale, prodotto dalla stessa bottega dell’artista. E anche in questo caso, è stato un restauro effettuato dall’English Heritage a decretare l’originalità, mostrando la presenza di uno strato inferiore in cui si notano le ali degli angeli e una foglia d’oro nell’alone della Vergine, oltre che di alcune modifiche alla composizione finale che, solitamente, non si riscontrano nelle imitazioni dirette. Gli esperti hanno poi raschiato via uno spesso strato di vernice giallastra, che copriva la finezza delle pennellate e la brillantezza dei colori, restituendo all’opera il suo vero valore.

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