Ci sono stati un Pieter Bruegel il Vecchio e un Pieter Bruegel il Giovane, rispettivamente padre e figlio primogenito. Ma anche un Jan Bruegel il Vecchio e un Jan Bruegel il Giovane, secondogenito e nipote. E non è finita qui. Insomma, una lunga e gloriosa dinastia d’arte fieramente fiamminga, le cui opere si possono apprezzare nei maggiori musei di tutto il mondo e che da oggi si potranno vedere insieme, in una mostra che rappresenta, prima di tutto, una sorta di riunione di famiglia. Si tratta di appunto di “Brueghel: The Family Reunion”, ampia esposizione che abbraccerà cinque generazioni di maestri della storia dell’arte, visitabile presso l’Het Noordbrabants Museum di Hertogenbosch, città dei Paesi Bassi nota anche come Den Bosch. Insomma, dopo la grande mostra dedicata a Jan Vermeer al Rijksmuseum di Amsterdam, che ha fatto andare in tilt le biglietterie, in Olanda sembra si stia vivendo un ottimo momento.
Visitabile dal 30 settembre al 2023 al 7 gennaio 2024, la mostra copre un arco temporale che va dalla metà del Cinquecento al Settecento, mettendo in scena l’intero cast di personaggi della famiglia. A cominciare da Pieter Coecke van Aelst e Mayken Verhulst, il suocero e la suocera di Pieter Bruegel, ovviamente artisti, che svolsero una funzione determinante nella formazione e nello sviluppo delle prime due generazioni dei Bruegel. Particolare attenzione sarà data al ruolo di Mayken Verhulst, una delle più importanti artiste dei Paesi Bassi che, oltre alla propria carriera, riuscì a portare avanti anche quella dei due talentuosi nipoti, Pieter Brueghel il Giovane e Jan Brueghel l’anziano. Oltre agli artisti con il nome Bruegel, saranno presentate anche figure chiave come David Teniers il Giovane e Jan van Kessel il Vecchio, che si unirono all’albero genealogico attraverso matrimoni e che contribuirono ad accrescere la fama internazionale della dinastia.
In contrasto con le opere d’arte monumentali e teatrali di artisti contemporanei come Caravaggio e Rubens, i dipinti realizzati da Pieter Bruegel e dai suoi discendenti presentano tipicamente una scala più piccola, pensati per essere esposti in ambienti più intimi e richiedendo un’osservazione lenta e ravvicinata. Queste opere spesso riflettono anche una risposta contemplativa agli sconvolgimenti politici e ai conflitti religiosi che dominarono la seconda metà del XVI e l’inizio del XVII secolo, il Secolo d’oro olandese dell’arte, della cultura, della società e dell’economia.
Tra i capolavori in mostra, molti prestiti internazionali, tra cui il raro dipinto “L’ubriacone spinto nel porcile”, di Bruegel il Giovane, proveniente da una raccolta privata di New York, ma anche il “Vaso di fiori con gioielli, monete e conchiglie” del 1606 di Jan Brueghel il Vecchio, della Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
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