Bellini, Tiziano, Tiepolo, i grandi Maestri della pittura veneziana, in dialogo con i fiamminghi. Meraviglie della storia dell’arte e, in questo caso, del nuovo allestimento della Quadreria di Palazzo Ducale di Venezia, che riapre le porte al pubblico dal 25 marzo, al termine di un intervento di risistemazione condotto dalla Fondazione MUVE – Musei Civici di Venezia con la collaborazione e il supporto di Venice International Foundation. Gli spazi coinvolti sono la Sala della Quarantia Criminale – dove si giudicavano quelle sentenze nell’ambito che oggi chiameremmo penali -, la Sala dei Cuoi e quella del Magistrato alle Leggi, il cui progetto di allestimento, firmato dall’architetto e scenografo Pier Luigi Pizzi, ha inteso riallacciare i nodi con una tradizione ma di grande attualità.
Si deve infatti ritornare ai primi del ‘600, anni di grande lustro per la Laguna, quando, all’interno del Palazzo, si vollero esporre, accanto ai dipinti “istituzionali”, anche opere “da cavalletto” provenienti da illustri collezioni private, in una sorta di dialogo tra pubblico e privato ante litteram, pur con tutte le evidenti differenze di contesti storici, sociali e culturali. Fu il caso dei dipinti legati al Palazzo Ducale dal cardinal Domenico Grimani. Si trattava di opere di origine fiamminga, estranee quindi alla tradizione pittorica veneziana ma presto diventate presenze fisse negli ambienti del Ducale. «In omaggio a quella secolare tradizione, si è deciso di dedicare la Sala dei Cuoi all’esposizione di opere fiamminghe, tra le quali l’unica superstite di quelle offerte alla pubblica fruizione in Palazzo a partire dal 1615: quell’Inferno già attribuito al Civetta, al secolo Henry Met de Bles, e oggi più opportunamente ricondotto ad anonimo seguace di Bosch o il Cristo deriso di Quentin Metsys. Esempi delle relazioni culturali della Serenissima con il resto d’Europa», ha spiegto Chiara Squarcina, Responsabile della sede museale.
Nelle altre sale, troviamo esposti i capolavori quali Venezia riceve da Nettuno i doni del mare di Giambattista Tiepolo, la Pietà di Giovanni Bellini e la Madonna con Bambino e due angeli di Tiziano, nonché il Leone marciano andante di Carpaccio, che sarà possibile ammirare all’interno di questi spazi dopo la conclusione della mostra antologica di Palazzo Ducale. Accanto alle magnifiche opere superstiti, la Quadreria accoglie un nucleo di tele e tavole concesse in deposito a lungo termine da una collezione privata. Tra i dipinti, Ritratto di dama con figlia (Doppio ritratto, già collezione Barbarigo) di Tiziano, L’angelo annuncia il martirio a Santa Caterina di Alessandria, di Jacopo Tintoretto – un tempo nella chiesetta di San Geminiano in piazza San Marco e più recentemente in collezione David Bowie – e la Maria Maddalena in estasi di Artemisia Gentileschi, oltre ad opere di Giovanni Cariani, Anthony van Dyck e Maerten de Vos.
Accanto agli interventi strutturali, che tra l’altro consentiranno di disporre di una banca dati ragionata sullo stato di conservazione delle superfici ispezionate, Comune e Fondazione sono all’opera per migliorare la visita al Ducale. Mariacristina Gribaudi, Presidente di Fondazione MUVE, nel ringraziare la Venice International Foundation per il suo mecenatismo culturale, ha ricordato la mostra su Carpaccio e ha annunciato l’apertura, tra poche settimane, di un nuovo Itinerario Segreto, alla scoperta di luoghi in origine inaccessibili al pubblico. La Presidente ha anticipato anche che, «Dopo Artemisia Gentileschi, la Sala della Quarantia Civil Vecchia accoglierà nel corso dell’anno nuovi “Ospiti a Palazzo”: opere, provenienti dalle ricche collezioni d’arte della Fondazione Musei Civici di Venezia e non sempre fruibili da parte del pubblico, a cui si alterneranno altre, altrettanto importanti, provenienti da prestigiose collezioni private».
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