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Consumismo, marchi e celebrities: Endless a Venezia ci racconta della sua Street Art
Arte contemporanea
Endless Venezia, curata dalla Cris Contini Contemporary, offre una panoramica affascinante delle opere dell’iconico street artist, da cui prende appunto il nome. Situata presso l’Avani Rio Novo Venice Hotel, nel vibrante quartiere di Dorsoduro, rappresenta un punto d’incontro tra arte contemporanea e il ricco patrimonio culturale veneziano. L’hotel diventa così scenario d’arte, attirando ospiti e visitatori a godere delle opere di un artista che ha saputo conquistare la scena internazionale.
Endless, il primo street artist ad esporre alla Biennale Arte di Venezia e ad avere un’opera permanente nelle Gallerie degli Uffizi di Firenze, è conosciuto per il suo stile distintivo che combina elementi di critica sociale con la pop culture. Le sue opere riflettono osservazioni attorno alla società contemporanea, esplorando i temi del consumismo, il culto dei marchi e delle celebrità. Attraverso un linguaggio visivo audace e spesso provocatorio, Endless invita il pubblico a riflettere sulle dinamiche di potere e sulla superficialità della società moderna.
Endless, il cui vero nome è mantenuto riservato, è nato e cresciuto a Londra, città che ha fortemente influenzato il suo percorso artistico. Iniziando come street artist nelle strade della capitale britannica, Endless ha rapidamente guadagnato riconoscimento per il suo talento e la sua capacità di trasformare i muri urbani in tele espressive. La sua carriera ha visto una crescita esponenziale, portandolo ad esporre in gallerie e musei di prestigio in tutto il mondo. Nonostante il successo internazionale, continua a mantenere un legame profondo con le sue radici street art, utilizzando le sue opere per esprimere una voce autentica e critica verso le ingiustizie sociali e le contraddizioni della cultura popolare. Desiderosi di approfondire il percorso artistico e le sue fonti d’ispirazione, abbiamo avuto il piacere di intervistarlo personalmente per scoprire la genesi e le motivazioni che alimentano la sua arte.
Potresti raccontarci come è iniziato il tuo percorso nel mondo della street art e quali sono state le sue principali influenze artistiche? Inoltre, diresti che la tua esperienza a Londra ha avuto un ruolo significativo nello sviluppo del tuo stile artistico?
«Ho sempre avuto una passione per l’arte e ho studiato all’università. Dopo il college, mi sono trovato di fronte alla sfida di voler mostrare il mio lavoro. Ho dovuto perciò costruire una reputazione e un corpus di opere e, utilizzando -senza permesso- la strada come tela, ho cominciato a diffondere il più possibile il mio lavoro. Dopo circa 5-6 anni, pian piano, le gallerie hanno iniziato a notarmi. Ritengo importante trovare dei modi per far conoscere la propria arte; oggi questo può avvenire tramite i social media, dei quali mi sono anch’io servito per amplificare il mio messaggio, per farlo arrivare alle gallerie. Quando ho iniziato a pensare di esporre il mio lavoro in strada, ho osservato attentamente le strade di Londra. Mi sono ispirato non solo alla street art per come la conosciamo oggi, ma anche alla pubblicità, ai media e alle sfilate di moda che popolano le strade e che ci influenzando visivamente. A partire da quelle grafiche, a cui ho attribuito loro un nuovo significato, ho generato le mie opere, per poi riportarle nuovamente in strada sotto una forma differente e provocatoria.»
Come ci si sente ad essere il primo street artist ad esporre alla Biennale Arte di Venezia e ad avere un’opera nelle Gallerie degli Uffizi? Quali ritieni siano le sfide e le soddisfazioni di portare la street art in spazi istituzionali e gallerie?
«Mostrare il mio lavoro in strada è come utilizzare una galleria a cielo aperto, ma in un contesto più caotico. La necessità di trovare spazi con muri bianchi e puliti è simile a ciò che si fa in una galleria o in un’istituzione. La strada diventa perciò la mia “cattedrale artistica” quotidiana. Non trovo una notevole differenza nell’esporre in strada o in una galleria, in quanto – a mio parere – permettono di realizzare ciò a cui a me preme, esporre. La galleria promette però, inoltre, di riuscire a far conoscere la mia arte a più persone, offrendo così una visione più ordinata e contemplativa del mio lavoro.»
Come riesci a mantenere la tua autenticità artistica nonostante le collaborazioni con marchi di lusso e il crescente riconoscimento internazionale?
«Ho collaborato con Karl Lagerfeld e altri marchi, ma mi assicuro sempre di avere la libertà creativa. Quando mi propongono un’idea, ne discutiamo insieme e spesso esploriamo direzioni diverse. È fondamentale che apprezzino il mio lavoro e che non ci sia un piano prestabilito. Parliamo, condivido le mie idee e sviluppo il progetto in modo autonomo; la libertà è per me essenziale. In particolare mi interessa comprendere il perché vogliano lavorare con me; non devono voler solamente collaborare con un street artist, ma devono essere realmente in grado di comprendere e condividere il significato del mio lavoro.»
Le tue opere affrontano tematiche come moda, pubblicità e consumismo. Qual è il messaggio principale che speri di trasmettere attraverso la tua arte?
«Il messaggio che voglio trasmettere è “questo è ciò che sta accadendo ora”. Nelle mie opere non sto dicendo che il consumismo sia buono o cattivo, ma sto presentando una modalità con la quale attualmente interagiamo con i beni di lusso nel mondo occidentale. La mia arte non vuole dare un giudizio o una sentenza di giusto o sbagliato, ma cerca di catturare un momento; cerco di presentare un punto di vista della società, offrendo uno spunto di riflessione a partire da ciò che personalmente vedo e sento.»
Il direttore dell’hotel, Stefano Botteon, ha evidenziato l’impegno dell’Avani Rio Novo Venice nel promuovere l’arte e la cultura come parte integrante dell’offerta alberghiera. Oltre all’offerta artistica proposta, l’hotel organizza attività culturali come corse mattutine guidate, laboratori di maschere veneziane e creazioni in vetro di Murano, offrendo ai visitatori un’esperienza autentica e coinvolgente che combina arte, intrattenimento e ospitalità. Avani Rio Novo Venice Hotel vuole dunque proporsi non solo ai suoi clienti, ma anche ai visitatori e residenti di Venezia, come una realtà alternativa che permette di esplorare la ricca storia e l’arte contemporanea della città, rendendo il soggiorno, il viaggio o la semplice visita un’esperienza coinvolgente