Già fioccano le notizie e gli aggiornamenti sulla 59ma Biennale d’Arte di Venezia e, oltre all’Esposizione Internazionale curata da Cecilia Alemani e i vari padiglioni nazionali, tantissimi saranno gli eventi collaterali in Laguna. E spesso proprio tra questi si trovano gli appuntamenti più interessanti, come nel caso del nuovo “avamposto dei sogni” della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, che nel 2022 festeggerà i suoi primi 30 anni di attività regalandosi – e regalando al pubblico un’isola. Nello specifico, quella di San Giacomo che, in occasione dell’apertura della Biennale, inaugurerà la sua seconda vita, trasformandosi in uno spazio dedicato a progetti artistici e installazioni site specific, tra teatro, musica, cinema, architettura e performance, ma anche per ricerca e studio, made in Fondazione Sandretto ma non solo.
Conosciuta come San Giacomo in Paludo e situata nella laguna centrale, a metà strada fra Murano e Burano, l’isola è stata venduta, nel febbraio del 2020, da CDP – Cassa Depositi e Prestiti, ad Agostino Re Rebaudengo, presidente e fondatore, nel 1995, di Asja, azienda attiva nel settore di energie rinnovabili, oltre che marito di Patrizia Sandretto. Re Rebaudengo ha richiesto e ottenuto le autorizzazioni per l’avvio dei lavori urgenti e necessari al recupero dell’isola.
Fu usata anche a scopi militari, come fortino e caserma, fino all’epoca contemporanea ma, abbandonata dopo il 1961, l’isola passò recentemente in concessione prima all’associazione Vas, poi alla Green Cross International fondata e diretta da Mikhail Gorbaciov, prima di essere rilevata nel 2016 da CDP che, a sua volta, l’ha immessa sul mercato, con la specifica clausola contrattuale che nega la possibilità di uso ricettivo o alberghiero degli spazi.
Sull’isola sono presenti vari edifici, che versavano in pessime condizioni e che saranno restaurati. Terminati i lavori di recupero, l’isola sarà raggiungibile dalla linea LN di Actv, che parte da Fondamente Nove o da Murano.
Dopo la pulizia dei rovi e gli impianti di urbanizzazione, tra allacciamenti energetici e fognature, l’isola di San Giacomo in Paludo è pronta per diventare un luogo di incontro nel segno dell’arte. Il primo progetto presentato sarà una performance di Jota Mombaça (Natal, 1991), a cura di Hans Ulrich Obrist. Attivista per i diritti queer, scrittrice e artista performativa brasiliana, Mombaca lavora sulle relazioni tra mostruosità e umanità , violenza e resilienza, giustizia anticoloniale e narrativa visionaria, a partire dall’arte e dalla politica del sud del mondo.
«L’isola, circondata dallo straordinario, delicato e prezioso ecosistema della laguna, sarà il terreno nel quale praticare e concretizzare un’idea di ambiente e di futuro orientata dai principi della sostenibilità , della circolarità delle risorse e della transizione energetica», ha spiegato Patrizia Sandretto in un nota. «Natura, arte contemporanea, storia. Amo pensare e ricordare che il primo insediamento nell’isola, risalente secondo le fonti più antiche alla metà del 1100, si chiamasse Hospitale Sancti Jacobi: un luogo destinato all’accoglienza di viandanti e pellegrini. Avamposto dei sogni e dell’ambiente, l’isola di San Giacomo, dopo essere stata casa di viaggiatori, poi monastero e infine presidio militare, tornerà a essere un luogo ospitale, aperto al pubblico e ai tragitti dell’arte e della cultura del presente».
Ma per i 30 anni della Collezione c’è anche tanto altro in programma. «Ho iniziato a collezionare nel 1992, durante un viaggio nella Londra degli Young British Artists», ha raccontato Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. «Le opere che da allora ho scelto, seguendo e approfondendo le scene artistiche di tutto il mondo, formano una costellazione, una mappa multiforme e composita. In questo anniversario importante, mi prefiggo di osservare la Collezione da più prospettive: innanzitutto dal presente e poi attraverso lo sguardo, le competenze e le sensibilità di altre istituzioni, di storici e storiche del contemporaneo, di giovani studiose e curatori. Fin dall’inizio ho dato alla Collezione un’impronta aperta, pubblica, decidendo di metterla in dialogo con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Lungo tutto il 2022, questa dimensione troverà spazio ed espressione nei formati della mostra, della scrittura, della ricerca, del confronto, al fine di ottenere una narrazione molteplice, capace di ripercorrere le geografie artistiche degli ultimi decenni dal punto di vista della mia biografia collezionistica».
E così, a giugno si aprirà in Spagna, con due grandi mostre al CAAC – Centro Andaluz de Arte Contemporaneo di Siviglia e al Museo Patio Herreriano de Arte Contemporaneo di Valladolid. Si tornerà a Torino a novembre, per la consueta Art Week durante Artissima, con le personali dell’artista rumeno Victor Man – che oltretutto rappresentò il suo Paese alla Biennale di Venezia del 2007 – e di Lawrence Abu Hamdan, vincitore “condiviso” del Turner Prize 2019 e del Future Fields Commission di Philadelphia Museum of Art e Fondazione Sandretto. In programma anche una mostra della collezione, che farà da cornice alla presentazione di un volume con 400 delle sue opere.
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